Bruttissimo rientro per alcuni pendolari che alcuni giorni fa, come abitudine, appena arrivati a Cassino sono scesi nel parcheggio antistante la stazione ferroviaria dove avevano le auto in sosta. Il treno era quello delle 18.50, particolarmente pieno come sempre, tante le perone che si recano a Roma per motivi di lavoro e di studio.

Ma arrivati nella penombra del parcheggio tutti si sono resi subito contro che c'era qualcosa che non andava. Circa una ventina di vetture avevano entrambi gli specchietti retrovisori spezzati, evidente prova di un atto vandalico. Sul posto è intervenuta la polizia che ha raccolto le denunce di chi in quel momento rientrava con quel treno, ma non si escludono altri casi poichè il parcheggio è utilizzato da centinaia di persone durante tutto il giorno. La polizia ha consigliato alle vittime di rivolgersi alla società che gestisce il parcheggio/strisce blu che oggi è di competenza del comune ha riferito uno dei proprietari delle auto vandalizzate.

«Ci è stato risposto che il parcheggio è a pagamento ma "non custodito" (anche se provvisto di telecamere non funzionanti naturalmente)» ha spiegato il proprietario dell'auto. E questo è l'altro aspetto assurdo della questione, perchè quel parcheggio è un parcheggio a pagamento e chi vi lascia l'auto in sosta sborsa del denaro. «In pratica il succo della questione  è che le spese da sostenere per il danno subito sono a discapito dei proprietari delle vetture, cioè noi- ha aggiunto l'uomo -. Mi chiedo com'è  possibile chesi paghi un servizio senza nessuna forma di tutela? Com'è possibile che non ci sia una qualsiasi forma di controllo tramite dispositivi di video-sorveglianza e da parte delle forze dell'ordine, considerando che nonostante esser centrale è al contempo isolato essendo sotterraneo e poco illuminato soprattutto nelle ore notturne?»

I proprietari della auto hanno provveduto a farsi fare preventivi e, in alcuni casi, hanno già concluso gli interventi sulle vetture che sarebbero stati altrimenti inadeguate alla circolazione. Sono arrivati a pagare anche circa mille euro a testa. Non escludono una class action.