L'ipotesi di un'alleanza tra Fca e Psa diventa sempre più reale. Dopo l'apertura al Salone di Ginevra su nuove partnership da parte dei rispettivi amministratori delegati, Mike Manley e Carlos Tavares, la conferma arriva direttamente da Robert Peugeot che, secondo quanto riportano i media nazionali, ha dato il via libera a possibili fusioni a partire da Fca, Jaguar, Land Rover e General Motors.
L'indiscrezione
«Proprio il possibile matrimonio con il gruppo italo americano - scrive "Il Sole 24 Ore" - porterebbe a nuovi scenari in grado di modificare radicalmente l'offerta e la presenza a livello mondiale dei due gruppi. Lo scenario di un'alleanza tra Fca e Psa posizionerebbe l'inedito gruppo a guadagnare la quarta posizione a livello mondiale dopo Volkswagen, Toyota e Renault Nissan Alliance».
Questi alcuni numeri: nel 2018 Fca ha chiuso con 4.840.664 veicoli, contro i 4.125.683 di Psa. In totale gli 8.966.347 li posizionerebbero sopra a General Motors ferma a 8.786.987. Nel lontano 2012 Sergio Marchionne aveva annunciato un obiettivo futuro di 8/10 milioni di veicoli all'anno, cifra necessaria per la sopravvivenza dei grandi gruppi.
Altro punto fondamentale della possibile alleanza tra Psa e Fca arriverebbe sul fronte dell'elettrificazione. A oggi il gruppo transalpino è in vantaggio in materia di auto a zero emissioni, a partire dalla piattaforma Cmp utilizzata anche per i modelli elettrici Peugeot 208 e DS 3 E-Tense mentre Fca al momento - com'è noto - non ha ancora mostrato le sue carte in materia di modelli privi di motori termici, in attesa del debutto della 500 elettrica». I sindacati attendono che si concretizzino quelle che per ora sono solo ipotesi, ma sembrano ottimisti.
Le reazioni dei sindacati
Francesco Giangrande della Uilm dice: «Non sono esperto in materia e non so molto di questa possibile alleanza. Quello che so con certezza è che nel mondo ci sono almeno due case automobilistiche in più rispetto alla richiesta del mercato, è chiaro quindi che qualsiasi tipo di alleanza possa avere risultati positivi per le aziende. Ci sarà più benessere per chi rimane».
Dal fronte opposto Donato Gatti della Fiom-Cgil è allo stesso tempo ottimista: «Tutto è positivo, qualsiasi tipo di alleanza e di accordo, l'importante per noi è che rimanga l'occupazione su questo territorio e che non ci sia delocalizzazione delle produzioni di automobili». I sindacati sono preoccupati per quello che avverrà a breve: si prevede, già a partire da aprile, una diminuzione di "impostato" giornaliero per Giulia e Stelvio considerato che i dati del mercato sia italiano che extraeuropeo non sono a favore del Biscione e proprio per questo tra fine aprile e inizio maggio si fa più concreta l'ipotesi di un lungo stop unendo i giorni festivi alla cassa integrazione.
Il voto sul contratto
Intanto da ieri e fino a domani «l'accordo di rinnovo del Contratto collettivo specifico di Lavoro - dice Fernando Uliano della Fim-Cisl - verrà sottoposto al voto dei rappresentanti sindacali delle organizzazioni sindacali che lo hanno sottoscritto». C'è dunque fibrillazione in fabbrica.