Avreste mai pensato che dietro il termine stalking potesse celarsi l'immagine di un animale mite come la pecora? Ebbene sì, se a denunciare la proprietaria del gregge è una vicina di casa che ritiene il passaggio dei candidi ovini, davanti alla sua abitazione, talmente fastidioso da generare stati di paura e ansia, fino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana. È per colpa delle pecore (e in verità anche di qualche capretta) ritenute il "mezzo" attraverso il quale sarebbero stati commessi i presunti atti persecutori che una sessantenne ha denunciato la sua vicina di circa dieci anni più grande, proprietaria del gregge composto da almeno venti capi.

Il loro passaggio quotidiano davanti all'abitazione, a Pignataro, della presunta vittima di stalking avrebbe innescato una guerra all'ultimo sangue: soprattutto le caprette sarebbero state "colpevoli" di mangiare piante e arbusti della sessantenne; avrebbero lasciato sgradevoli segni del loro passaggio e avrebbero creato disagio alla denunciante. Ironia a parte, più volte le donne avrebbero discusso.

La sessantenne avrebbe dichiarato che in un'occasione la proprietaria dell'armento, al culmine della discussione, le avrebbe fatto il gesto delle corna. In un'altra le avrebbe mimato il gesto del taglio alla gola. In un altro caso ancora, dopo un contestato sconfinamento, avrebbe colpito la donna alle ginocchia con il bastone in legno utilizzato per guidare il gregge. Insomma, un crescendo di liti e minacce - dal 10 agosto ad oggi - confluito in un fascicolo depositato in procura con tanto di foto (segnaletiche) degli animali.

La settantenne, assistita dall'avvocato Ernesto Cassone, dovrà ora comparire a fine maggio in aula, davanti al giudice per le udienze preliminari che dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio la donna per stalking e minacce aggravate. Oppure proscioglierla dalle accuse.