Una macchina della truffa perfetta, o quasi, che è andata avanti per anni fino a quando i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone hanno eseguito l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cassino, Dott. Salvatore Scalera, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Bulgarini Nomi, nei confronti di P.L. di Cassino, noto imprenditore operante nel settore energetico, da tempo trasferitosi all'estero.

La frode
I finanzieri del Gruppo di Cassino, nel corso delle indagini di polizia giudiziaria, hanno ricostruito minuziosamente i passaggi della complessa frode, perpetrata nel settore energetico, mediante l'utilizzo di una rete di 4 società tutte operanti, all'epoca dei fatti, nella città di Cassino , create ad hoc, e di vari prestanome, per schermare l'ingente patrimonio derivante dalle condotte illecite di natura economico finanziaria poste in essere. L'insospettabile colletto bianco, sfruttando la propria posizione, stipulava contratti di fornitura energetica per milioni di euro, basati su garanzie fittizie, con primarie aziende del settore, per poi volatilizzarsi, sottraendosi al pagamento dei debiti maturati, lasciandosi alle spalle una scia di inconsapevoli creditori.
Nel dettaglio, l'imprenditore arrestato, mediante una serie di spregiudicate operazioni contabili e societarie infra-gruppo, consistenti nella cessione di crediti inesistenti e quindi inesigibili, determinando il fallimento della società attraverso la quale aveva contratto i debiti, e nel trasferimento delle attività ad altre imprese operanti nella distribuzione di gas ai consumatori, apparentemente terze, ma di fatto sempre riconducibili al medesimo. In questa maniera l'imprenditore, non avendo sostenuto il costo di acquisto, era in grado di offrire il prodotto energetico ad un prezzo notevolmente inferiore ai valori di mercato, inquinando il mercato ed alterando la concorrenza a discapito degli operatori economici onesti.

Contemporaneamente all'arresto, l'Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dell'importo di 8.171.295,10 euro, con riferimento alla fattispecie di bancarotta fraudolenta, e dell'ulteriore somma di 113.893,00 euro in quanto provento dei reati tributari contestati, nonché di due società coinvolte nel meccanismo criminoso aventi sede a Milano ed Ascoli Piceno.