Vige il massimo riserbo sulle indagini da parte degli inquirenti sull'inchiesta del project financing del cimitero di Ferentino. Ieri è stato ascoltato l'ex assessore Luca Bacchi, come persona informata sui fatti. Ma sono stati ascoltati in questi giorni anche tecnici e politici. E altri seguiranno nei prossimi giorni della macchina comunale.

Quale rapporto avesse con il consigliere Pio Riggi, capire se la contestazione con Riggi riguardasse anche lui o se autonomamente avesse rapporti con l'imprenditore di Tivoli. Questo il quadro da chiarire dagli inquirenti che ieri hanno ascoltato Bacchi. Dalle intercettazioni sull'inchiesta del project del cimitero di Ferentino, che ha portato il 7 marzo scorso all'arresto dell'ex consigliere Pio Riggi (che si è dimesso mercoledì), del cugino Luciano Rosa, originario di Ferentino ma residente a Roma, dei napoletani Ugo Di Giovanni, Gennaro Rizzo e del romano Emiliano Sollazzo, risulterebbe che l'ex assessore Bacchi fosse «ca conoscenza dell'accordo corruttivo e dei modi con i quali Pio Riggi intendeva escutere il suo presunto credito illecito». Le accuse per Riggi sono di aver preteso una tangente dall'imprenditore che si è aggiudicato il project del cimitero, e per gli altri quattro di aver estorto il denaro al tiburtino per conto dell'ex consigliere.

Una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Tivoli.
I contenuti dell'audizione di Bacchi sono segregati. L'ex assessore si è messo subito a disposizione e ha riferito di essere estraneo alla vicenda e sul rapporto con Riggi ha dichiarato di conoscersi dall'infanzia e di essersi frequentati da sempre.

Spunta un video che sarebbe nel telefonino, posto sotto sequestro, di Luciano Rosa. Sembrerebbe che, per cautelarsi, alcuni dei componenti di questa "trattativa" che la procura ha definito mafiosa, avessero registrato il tutto, nel corso degli incontri tra i napoletani e l'imprenditore.

Intanto la difesa dell'ex consigliere Riggi, rappresentata dall'avvocato Giampiero Vellucci, deciderà nei prossimi giorni se chiedere di far interrogare il suo assistito per chiarire ulteriori punti o se fare ricorso al tribunale della libertà. Gli altri quattro arrestati hanno già deciso di ricorrere al tribunale della libertà, mentre la difesa di Riggi, rispetto alla strada che hanno già deciso di percorrere gli altri per impugnare il provvedimento originario, potrebbe percorrere una strada diversa e chiedere un altro interrogatorio per chiarire ulteriori aspetti. Questa eventuale decisione potrebbe nascere dalla conseguita disponibilità degli atti di indagine.