Decibel fuori legge, botte da orbi tra due fratelli di Cassino e un rappresentante delle forze dell'ordine, residenti a pochi metri l'uno dall'altro. Il vicino di casa, rappresentato dall'avvocato Sandro Salera, è finito in tribunale come parte lesa in una vicenda giudiziaria nata da questioni apparentemente di "buon vicinato". Poi degenerate in modo violento.

Che i rapporti di convivenza tra chi condivide spazi comuni non siano sempre facilissimi da gestire è cosa risaputa. Quando al rispetto delle regole del vivere civile si aggiunge la gestione di rapporti personali, il mix può diventare esplosivo. Così come accaduto a Cassino nel 2016, quando i suggerimenti di abbassare la musica e di non fare troppo baccano hanno lasciato spazio a parole forti, poi a richieste intransigenti, fino a scatti d'ira veri e propri. È in questo contesto che va ad inserirsi l'ultima violenta lite che ha fatto degenerare ogni cosa.

Alle ultime e chiare richieste di abbassare il volume - davvero troppo alto - non aveva fatto, però, seguito alcuna risposta. Così il vicino di casa, qualificandosi nella sua veste di autorità, aveva intimato ai due di smetterla e di rispettare le regole.

Ne aveva fatto seguito, oltre al parapiglia e a botte da orbi, l'apertura di un processo che si è concluso nei giorni scorsi con la condanna dei due fratelli a un anno di reclusione per l'uno e a otto mesi per l'altro (pena sospesa) per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.