Tangenti ed estorsioni, cinque arresti tra Roma e Frosinone. In manette sono finiti esponenti appartenenti alla Camorra e il consigliere comunale di Ferentino Pio Riggi, eletto nelle fila di una lista civica a sostegno dell'attuale sindaco Antonio Pompeo. Riggi, sia nel corso della precedente consiliatura che in quella attuale, deteneva la delega ai servizi cimiteriali a Ferentino. Riggi e gli altri arrestati sono accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un giovane imprenditore di Tivoli. L'attività investigativa, condotta dai carabinieri di Tivoli, ha permesso, tra l'altro, di acclarare l'esistenza di un clan camorristico operativo nel Lazio, orientato alla penetrazione nel tessuto economico delle pubbliche amministrazioni. L'indagine dei Carabinieri, infatti, ha fatto emergere come l'occhio del clan si fosse focalizzato su un imprenditore tiburtino che si era aggiudicato un appalto di circa 6 milioni di euro, utile alla costruzione ed alla gestione di loculi presso il cimitero di Ferentino, e per il quale Pio Riggi avrebbe preteso dallo stesso imprenditore un'ingente somma di denaro.

La ricostruzione
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, la ditta, con sede a Tivoli, nel 2013 aveva presentato un "project financing" aggiudicandosi l'appalto nel febbraio 2018. Immediatamente dopo la firma del contratto Riggi, consigliere comunale di maggioranza con delega ai servizi cimiteriali, aveva reclamato dal co-titolare della ditta, a titolo di tangente, la somma di euro 300.000, pari al 5% dell'importo totale dei lavori stimati. Richiesta alla quale l'imprenditore non ha ceduto, nonostante le insistenze del consigliere comunale. A quel punto, secondo gli inquirenti, Riggi avrebbe fatto ricorso ad esponenti della Camorra per costringerlo a pagare. Non è un caso, infatti, che il consigliere comunale si sia avvalso sia di un suo congiunto, commerciante della Capitale, sia di un gruppo di soggetti, uno in particolare interfaccia di un clan camorristico di Napoli centro, che avrebbero sottoposto l'imprenditore tiburtino a reiterate richieste estorsive, anche mediante l'uso di armi e perfino a mezzo di veri e propri raid nella sede dell'azienda.

Pio Riggi, inoltre, così come riporta il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nel provvedimento restrittivo, "E' il vero artefice ed ideatore della condotta estorsiva, sebbene incensurato, il suo ruolo appare fondamentale: grazie a lui l'organizzazione camorristica fagocita un'impresa sana e la asserve ai suoi desiderata; il suo inserimento oramai pluriennale all'interno dell'amministrazione di Ferentino ne garantisce il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte anche per reati di pubblica amministrazione".

La somma pretesa dal clan, inizialmente di trecentomila euro, sarebbe lievitata fino a sfiorare un milione di euro quale "sanzione" per i supposti  "ritardi" nei pagamenti dell'imprenditore, dal quale, in aggiunta, sarebbe addirittura stato "preteso" l'esborso del 10 % del fatturato per i futuri lavori della sua ditta in cambio della "protezione" del "clan". Le mire del clan, inoltre, unitamente a quelle dell'infedele amministratore pubblico, sempre secondo quanto riportato dal giudice, erano indirizzate anche sullo stadio di Ferentino lì dove gli interessi in gioco ed i guadagni  rappresentavano una vera e propria manna per le illegittime bramosie di guadagno del clan. A tal proposito il giudice scrive: "il concreto riferimento al c.d. stadio dava la cifra degli interessi in gioco e della volontà dell'amministratore di trarre un profitto personale anche dalla realizzazione di quell'opera con il concorso degli stessi co-indagati".

L'imprenditore di Tivoli, schiacciato dalle pretese e terrorizzato per la sua incolumità fisica e per quella dei suoi familiari, dapprima ha versato al clan 44.000 euro, somma che ovviamente non placava la "ingordigia" del sodalizio e, successivamente, poiché oggetto di uno stillicidio di incessanti minacce e violente pretese di denaro, ha deciso di denunciare la sua grave situazione "di soggezione ai soggetti contigui al clan postisi addirittura al servizio del colletto bianco  per il "recupero" dei supposti ed illegittimi crediti". Proprio dalla denuncia dell'imprenditore ha preso il via la complessa ed articolata attività d'indagine, condotta anche a mezzo di attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamenti, dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli sotto l'egida della Procura della Repubblica di Roma-Direzione Distrettuale Antimafia, che ha permesso di acquisire gravi e inequivocabili indizi di reato a carico degli odierni indagati tutti arrestati e tradotti presso il carcere di Regina Coeli di Roma.

In merito ai fatti di questa mattina, circa l'arresto del consigliere comunale Pio Riggi, l'amministrazione di Ferentino divulga il seguente comunicato stampa.

"Con riferimento a quanto avvenuto nella mattinata odierna e a quanto riportato nelle testate giornalistiche online e sui social, l'Amministrazione Comunale di Ferentino intende precisare che i fatti contestati riguardano comportamenti e azioni svoltisi al di fuori dell'Ente. Al momento, infatti, non è stato evidenziato alcun elemento, comportamento o atteggiamento che possano ricondurre ad attività illecite all'interno della compagine amministrativa comunale.

Precisa, infine, che gli eventi e i fatti ad essi connessi contestati dagli organi giudiziari, allo stato non riguardano in alcun modo i procedimenti amministrativi posti in essere dal Comune di Ferentino al fine di affidare l'appalto in project financing dell'ampliamento del locale Cimitero Comunale il cui iter andrà regolarmente avanti.

L'Amministrazione comunale pur esprimendo il proprio sconcerto per quanto accaduto, nel contempo prende le distanze da accostamenti e illazioni paventate dalla stampa circa i collegamenti dichiarati, per i quali si riserva, tra l'altro, di ricorrere nelle sedi opportune a tutela della propria immagine e della correttezza dell'operato dell'Ente".
L'Amministrazione comunale

di: La Redazione

Tra gli arrestati figura il nome del consigliere comunale di Ferentino Pio Riggi, eletto nelle fila di una lista civica a sostegno dell'attuale sindaco Antonio Pompeo. Riggi, sia nel corso della precedente consigliatura che in quella attuale, deteneva la delega al project-financing al cimitero di Ferentino. In questo momento sono in corso le perquisizioni del caso nel Comune di Ferentino da parte dei militari di Tivoli al fine di escludere il coinvolgimento di altre figure. 

di: La Redazione

Cinque persone, tra la provincia di Roma e Frosinone, sono state arrestate con l'accusa di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore di Tivoli. In manette anche un politico di Ferentino. Nel mirino dei carabinieri della Compagnia di Tivoli la gestione di appalti del cimitero di Ferentino. Sei milioni di euro per la costruzione e gestioni di alcuni loculi nella città ciociara. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, un amministratore pubblico locale si era rivolto - per convincere l'imprenditore a pagare un'ingente somma di denaro - a persone vicino a un clan camorristico di Napoli ma residenti nella capitale. Questi ultimi hanno sfruttato la forza del clan e metodi di intimidazione con veri e propri raid nella sede dell'azienda. I militari stanno quindi dando esecuzione ad una custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia. 

di: La Redazione