La rete delle comunità solidali non molla la presa e lancia la seconda "marcia" per ribadire il proprio no all'attuale gestione della Certosa di Trisulti, ai propositi di creare una scuola politica di sovranismo nello storico sito e per «portare avanti un'altra idea di tutela e valorizzazione di un bene comune».

Dopo l'iniziativa dello scorso 29 dicembre, si replica sabato 16 marzo con un identico cammino, che andrà da Collepardo alla volta di Trisulti. «Abbiamo detto di no nella prima occasione e continuiamo a ribadirlo - spiegano dalla rete che ha in Daniela Bianchi una delle promotrici più attive - Non lasceremo a Steve Bannon lo spazio per appropriarsi dell'identità e della storia di un luogo importante come la certosa di Trisulti. In queste settimane la stampa, nazionale ed estera, giorno dopo giorno, ha raccontato al mondo l'assurda vicenda che riguarda Trisulti, venendo di persona lì dove la storia ha impresso il proprio passo.

Certamente non immaginavamo che una marcia potesse scatenare una simile attenzione, semplicemente perché siamo sempre più chiusi nel nostro dibattito interno e spesso non abbiamo idea dei temi caldi che invece scuotono i nostri vicini».

L'ex consigliere regionale Daniela Bianchi, che da subito ha sposato la marcia di protesta contro la gestione dell'antica Certosa da parte di Bannon, sostiene inoltre che ci siano ancora i margini per verificare gli estremi della concessione di Trisulti alla fondazione Dignitatis Humanae Institute, nonostante l'iter burocratico si sia concluso qualche giorno fa, e «per far emergere una discussione pubblica sulla gestione della Certosa». Il tema resta dunque caldo e l'attenzione alta.