Mentre lo stabilimento di Cassino ancora attende conferme in merito al piano industriale di Fca per la produzione, a partire dal prossimo anno del Suv ibrido della Maserati e delle versioni ibride di Giulia e Stelvio - piano al momento "congelato" dai vertici Fca visto che da dopodomani in Italia sarà in vigore l'ecotassa - Mike Manley annuncia un investimento di 4 miliardi per Detroit con un nuovo stabilimento della Jeep che creerà 6.500 posti di lavoro. L'unica certezza sugli stabilimenti italiani è che il mini Suv dell'Alfa Romeo sarà prodotto a Pomigliano. A Cassino invece regna l'incertezza.

L'unica cosa che le tute rosse del sito pedemontano stanno conoscendo bene è la cassa integrazione. Il territorio dunque torna a mobilitarsi e il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo tuona: "Una prospettiva che rinnova il dolore di una ferita non ancora sanata, quella inferta al nostro territorio da una misura scellerata del Governo a trazione Lega. Aspettiamo giugno per capire, realmente, cosa ne sarà dello stabilimento Fca di Cassino e quali saranno gli scenari produttivi e occupazionali ai quali almeno noi non siamo indifferenti perché consapevoli del numero elevatissimo di nostri concittadini, padri di famiglia, che lavorano nel sito cassinate. Il dramma della ecotassa ci consegna due verità.

La prima è l'indifferenza del Governo Conte nei confronti del nostro territorio. La seconda, ancora più difficile da digerire, è la conclamata incapacità dei parlamentari locali di tutelare le loro comunità e difenderle da misure inique e penalizzanti. Ed è del tutto inutile oggi, quando i buoi sono ormai scappati dalla stalla, affannarsi nel tentativo di recuperare una credibilità che, appena otto mesi dopo l'elezione, risulta già pesantemente compromessa.

L'unica consolazione ci arriva dai ritardi, o dalla incapacità, di questo esecutivo. Il Governo infatti non ha ancora emanato nemmeno una delle disposizioni che spiegano come applicare il bonus per l'acquisto di auto elettriche ed ibride e come deve essere invece pagata la tassa (che partirebbe da 1100 fino ad arrivare ai 2500 euro) che graverà sulle auto le cui emissioni di CO2 vanno oltre il limite dei 160 grammi per chilometro".

E come se non bastassero le preoccupazioni sugli investimenti, si registrano rotture tra azienda e sindacati anche per il rinnovo del contratto. "Rimangono troppo ampie le distanze – dice Francesca Re David della Fiom – anche su elementi specifici a partire dalla struttura del salario". E la segretaria generale sottolinea che "il quadro in cui matura questa rottura del tavolo è tanto più importante" vista "la situazione produttiva e occupazionale in cui versa una parte consistente degli stabilimenti" e "su cui comunque la Fiom rivendica un ruolo per la tutela dei lavoratori".

Lo stop alla trattativa arriva alla vigilia dell'audizione dei rappresentanti del gruppo Fca alla Camera. Oggi pomeriggio, infatti, i manager di Fca verranno ascoltati dalla commissione Lavoro nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni sulla salvaguardia dell'occupazione nel settore dell'industria automobilistica, con particolare riguardo proprio della situazione del gruppo. La trattativa continua invece con le altre sigle sindacali, ma Uliano della Fim-Cisl mette in guardia: "Il 5 e 6 marzo l'affondo sul contratto, o si superano le distanze o si rischia la rottura".