Un messaggio diretto, senza mediazioni, quello rivolto ancora una volta alla magistratura. Papà Guglielmo, ieri mattina nello studio Rai di Uno Mattina nello spazio "Quando i genitori cercano la verità" insieme al papà del giovane medico Aldo Naro, ucciso in un brutale pestaggio ha ribadito con forza la convinzione che la verità debba essere cercata anche quando ogni elemento, ogni indizio non sembra mai trovare il posto giusto. Così, nonostante le accuse iniziali rivolte proprio a Guglielmo Mollicone, lui non ha mai fatto un passo indietro per ottenere giustizia per sua figlia.

«Inizialmente le indagini erano state rivolte addirittura su di me ma per fortuna non ho mai avuto alcun problema - ha dichiarato Guglielmo -. Quel giorno dei funerali è stato fatto il gesto più brutto che si possa fare a un papà: essere portato via dal funerale della figlia». «Il fatto che abbiano scambiato la mia bontà per "semplicità" è stato l'elemento che mi ha salvato - ha continuato - altrimenti, molto prima di Tuzi, sarei finito a far compagnia a mia figlia».

La morte di Serena, continua a far discutere l'Italia intera per i depistaggi, per le verità scoperte solo dopo 18 anni, per la difficoltà oggettiva nell'indicare il luogo della morte di Serena all'interno della caserma così come verrà stabilito dalle relazioni del Ris, dell'anatomopatologa e dall'informativa finale dei carabinieri, depositata pochi giorni fa in procura.
Guglielmo questa verità l'aveva già indicata molti anni fa.

E ora che la svolta è vicina, ha voluto ringraziare anche durante la trasmissione Quarto Grado di venerdì l'impegno del maresciallo Evangelista, del colonnello Cagnazzo e dei militari che hanno reso possibile questo risultato. «Non credo che ci saranno colpi si scena ha continuato Guglielmo Maora che gli indagati sentono il fiato della Giustizia sul collo, spero che il gip tenga conto di possibili fughe all'estero: il"caso Battisti" insegna». Resta l'attesa per conoscere le richieste del pm Siravo nei confronti della famiglia Mottola e dei due carabinieri, Suprano e Quatrale, finiti nell'inchiesta.