Ventisei anni di carcere, in abbreviato, nei confronti di cinque dei sette imputati finiti nella maxi operazione antidroga "I due leoni". Per Ferdinando Spada, l'unico che aveva deciso di procedere con l'ordinario, è stato deciso il rinvio a giudizio. Mentre una delle richieste di patteggiamento è stata rigettata. La lettura del dispositivo è avvenuta poco dopo le 14.15.

L'inchiesta, lo ricordiamo, trae origine da due distinte attività nel 2016, successivamente accorpate dall'autorità giudiziaria inquirente perché riguardante i medesimi soggetti legati, secondo le accuse, alle famiglie Spada e Di Silvio. Sette le persone arrestate nel 2018, con un'indagine imponente partita dall'analisi dei flussi dei clienti.  Per gli investigatori erano i protagonisti di due imponenti piazze di spaccio a Cassino, a San Bartolomeo e nella villa della Selvotta che dà il nome all'operazione. Indagini mirate e articolate, quelle condotte a quattro mani, dove decine e decine di assuntori hanno avuto un ruolo chiave nella ricostruzione dei fatti: una catena all'ingresso della villa di alcuni dei maggiori indiziati avrebbe - per la procura - indicato la disponibilità o meno dello stupefacente come riferito dagli assuntori.

Forte la posizione mantenuta dalle difese (tra cui gli avvocati Buongiovanni, Giuliano, Carbone, Palumbo, Cassone e Sibilio) che hanno contrattaccato con grinta, contestando la ricostruzione dell'accusa ed eccependo che quanto ricostruito «non risulterebbe sufficiente a dimostrare la responsabiltà penale dei coinvolti oltre ogni ragionevole dubbio».