Sale la tensione sulle marocchinate. All'indomani della notizia della Corte dei Conti che ha accolto il ricorso di una donna della provincia di Frosinone vittima degli stupri del 1944 che ha ottenuto il diritto alla pensione di guerra, il presidente dell'associazione nazionale Vittime delle marocchinate denuncia di aver subito delle minacce. Emiliano Ciotti ha presentato una denuncia-querela alla questura di Latina al ritorno da Frosinone, dove aveva presenziato alla presentazione, nell'edicola Carinci, del suo libro "Le marocchinate".

Nel tornare in macchina, Ciotti ha trovato un volantino sul parabrezza con una serie di insulti nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini, del deputato Francesco Zicchieri e del capogruppo alla regione Lazio Orlando Angelo Tripodi definiti «leghisti e razzisti» con minacce di morte e un cappio. Quindi un'altra frase sotto il cappio: «Fate attenzione a quello che fate. W gli immigrati W i musulmani». A quel punto Ciotti ha deciso di sporgere querela «temendo che una simile missiva potesse rappresentare una grave minaccia rivolta alla mia persona per ciò di cui mi occupo».

Nella querela ha fatto cenno al fatto che «al di là di rare incomprensioni intercorse con qualcuno dei rappresentanti di varie associazioni marocchine ed algerine, non ho avuto minacce di rilievo, ma soltanto offese su Facebook». Sul riferimento ai politici Ciotti ha le idee chiare: Salvini, Zicchieri e Tripodi si sono impegnati a costituire una commissione parlamentare sulle responsabilità della Francia per le marocchinate. «Il tutto è avvenuto - sottolinea Ciotti - a pochi giorni da una giornata storica: la Corte dei Conti ha accolto il ricorso di una vittima delle Marocchinate, difesa dall'avvocato dell'associazione Mauro Sabetta, per il riconoscimento della pensione di guerra. Un diritto per il quale la signora ha dovuto combattere contro il ministero dell'Economia e la Ragioneria territorialedello Statodi Frosinone che si opponevano al riconoscimento eccependo la tardività della domanda!».

Lo stesso ha denunciato la violazione del profilo Facebook e della carta di credito. L'avvocato dell'associazione Luciano Randazzo: «Esprimo tutta solidarietà a Emiliano Ciotti. Gli dico di far finta di niente. Questa è gente che vuole solo visibilità, ungruppodi imbecillichecercadi darsi un po' di tono. Non so se ascrivibile ai centri sociali o a qualche lobby potente che gravita intorno a queste cose».