Rappresentanti dall'affabile accento pugliese hanno piazzato diversi prodotti oleari spacciandoli per condimenti d'eccellenza, quando in realtà la qualità era scarsissima. Nel mese di novembre sono stati quattro i colpi messi a segno a Piedimonte San Germano. Un uomo, un quarantunenne residente nel foggiano, già gravato da analoghe vicende penali nonché per frode nell'esercizio del commercio, furto e ricettazione, è stato denunciato per truffa.

L'attività investigativa ha permesso ai carabinieri della Compagnia di Cassino di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza nei suoi confronti. L'uomo sarebbe quindi responsabile della truffa eseguita il 26 novembre 2018 in danno di un bar di Piedimonte. Proprio in quell'occasione l'uomo, parlando con la commessa, ha lasciato intendere che aveva una profonda conoscenza con il titolare e che la vendita era accordata.

La commessa ha creduto a quanto detto dall'uomo anche perché il quarantunenne l'ha ingannata con una telefonata nella quale avrebbe detto proprio di essere in contatto con la proprietaria che aveva confermato il consenso. Oltre a non essere reale l'accordo di vendita e la conoscenza con la titolare, il prodotto è poi risultato essere di scarsissima qualità.

Grossi guai per il quarantunenne e per il fratello di 55 anni che sono stati colti in flagranza dai carabinieri della Compagnia di Alatri proprio mentre cercavano di piazzare altro olio solo pochi giorni fa. Con la stessa tecnica hanno cercato di farsi consegnare del denaro dalla commessa di un'attività commerciale sostenendo che la titolare aveva effettuato l'ordine e che dunque dovevano essere pagati.

Ad Alatri sono scattate le manette per i due che alle spalle avevano ben 30 truffe perpetrate ai danni di attività di tutta la provincia. Nel corso dell' operazione sono stati sequestrati quattro cartoni contenenti 16 taniche di una miscela che somigliava a olio, 21 etichette adesive indicanti la scadenza del 30 dicembre del 2020 e tre confezioni contenenti 36 chili di olive.