La sfilza di accuse delle quali dovrà rispondere oggi davanti al giudice è lunga: violenza e minaccia a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato su edifici pubblici e porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere. Se le è "aggiudicate" scatenando un putiferio nella caserma dei carabinieri di Alatri, che alla fine, insieme ai loro colleghi di Vico nel Lazio e dell'aliquota radiomobile, lo hanno arrestato.

Sabato sera il trentottenne, con la cittadinanza rumena ma residente ad Alatri, con precedenti penali per reati inerenti la prostituzione, furto, estorsione, oltraggio e violenza a pubblico ufficiale, lesioni ed attualmente sottoposto all'obbligo di dimora in città, si è presentato una prima volta negli uffici del Comando stazione dei carabinieri protestando per aver ricevuto la notifica di un atto giudiziario.

Dopo un po' è andato via ma poco più tardi è tornato. Si è arrampicato sul cancello d'ingresso della caserma, in quel momento chiuso. Nonostante i numerosi inviti da parte dei militari presenti, l'uomo si è rifiutato di scendere e, anzi, ha cominciato a prendere a calci il cancello della caserma, rompendo le guide in gomma e mettendolo così fuori uso.

Nel corso della sua clamorosa protesta, il trentottenne ha inoltre mostrato un foglio con la scritta "giustizia per me", urlando ai carabinieri intervenuti di non voler scendere dal cancello se non fosse stata annullata la disposizione che gli era stata notificata dall'autorità giudiziaria. Per dare corpo e drammaticità alla sua protesta e per tenere lontani i militari dell'Arma e i sanitari del 118 accorsi nel frattempo, l'uomo ha ripetutamente minacciato che avrebbe potuto uccidersi.

Solo dopo alcune ore i carabinieri sono riusciti a calmarlo e a convincerlo a scendere dal cancello. Inevitabile per lui l'arresto immediato. Una volta espletate le formalità di rito in caserma, l'uomo è stato riaccompagnato a casa sua dove resta agli arresti. Oggi l'udienza di convalida nella quale verrà assistito dall'avvocato Luigi Tozzi.