Chiusa l'inchiesta per la morte di Sara Francesca Basso, la ragazza di 13 anni di Frosinone morta dopo l'incidente avvenuto all'interno della piscina del Virgilio Grand Hotel di Sperlonga. Rispetto ai quattro indagati iniziali, la chiusura dell'inchiesta è arrivata soltanto per tre persone. Si tratta dell'amministratore legale e dell'amministratore di fatto della società che gestisce la struttura alberghiera, nonché del costruttore della piscina. A loro carico si ipotizza il reato di omicidio colposoeora ilsostitutoprocuratore dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio.

I fatti risalgono a luglio dello scorso anno. Sara Francesca Basso, in vacanza a Sperlonga, a un certo punto è stata risucchiata verso il fondo della piscina, restando bloccata con una coscia a causa dell'aspirazione della griglia a pavimento dell'impianto asservito alla vasca idromassaggio. La forza di aspirazione, secondo le ricostruzioni della Procura, sarebbe stata pari a 480 chili forza. Altri bagnanti, una volta capito quel che stava accadendo, si sono tuffati per soccorrerla, ma l'unico interruttore in grado di bloccare la pompa era posto nel locale tecnico a circa due metri e mezzo al di sotto del piano di calpestio e senza alcuna indicazione.

Dopo qualche minuto, e non senza difficoltà, la ragazza è stata riportata in superficie. Soccorsa dal 118, è stata poi trasportata d'urgenza all'ospedale "Gemelli" di Roma, dove però è deceduta qualche ora dopo. Una morte cagionata «per imperizia» secondo la Procura, che ha rilevato diverse criticità relative alla piscina. Parliamo di una struttura dotata di due vasche: una più grande e una più piccola con idromassaggio. Per quest'ultima, era stata predisposta l'aspirazione con una pompa dell'acqua direttamente da una griglia a pavimento collocata sul fondo della vasca più grande.

In prossimità del punto di aspirazione, in base a quanto emerso dai test commissionati dalla Procura, la velocità dell'acqua era di 12,65 metri al secondo, più elevati rispetto a quanto previsto dalla norma (maggiore/uguale a 0,5 metri al secondo). Inoltre, la piscina aveva griglie piatte e non concave e al livello del pavimento, evidenzia la Procura, non erano stati installati né un interruttore di emergenza né un rilevatore del vuoto in grado di generare lo spegnimento delle pompe in caso di occlusione accidentale della griglia. Questo sul fronte prettamente tecnico.

Per quanto riguarda la gestione, secondo l'accusa sarebbero state omesse delle misure volte a garantire il mantenimento delle condizioni di sicurezza per i fruitori. Ad esempio: assistenti bagnanti, controlli per la valutazione dei rischi e la mancata consegna di un regolamento della piscina o l'installazione di cartelli che riportassero le cautele da osservare nell'utilizzo delle vasche. Parte offesa sono ovviamente i familiari della ragazza, che potranno decidere di costituirsi parte civile nell'eventuale processo. Ora, nel termine di venti giorni, gli indagati potranno presentare memorie, produrre documenti relative a investigazioni dei difensori, chiedere il compimento d'atti d'indagine, presentarsi per rendere dichiarazioni o essere interrogati.