Un uomo in fuga tra Tecchiena di Alatri e Veroli inseguito dai carabinieri che sparano. È la scena descritta davanti al tribunale di Frosinone da un uomo di 33 anni, che punta l'indice su cinque carabinieri in servizio - all'epoca dei fatti, nel gennaio del 2015 - ad Alatri, Veroli e Frosinone.

Lui, di Fontana Liri, è comparso in aula, scortato dagli agenti della penitenziaria, essendo detenuto. Prima è stato sentito, dal pm Monica Montemerani, un luogotenente del Ris, che ha effettuato la consulenza sull'arma. Secondo il perito che ha analizzato il proiettile ritrovato nel parafango della vettura, una Mercedes classe B condotta dalla parte offesa, che si è costituita parte civile con l'avvocato Marino, c'è compatibilità tra l'arma sequestrata a uno dei carabinieri a giudizio, e ha anche parlato di una «manomissione fraudolenta» della canna della pistola per «cancellare le informazioni sul proiettile».

Anomalie che, secondo il consulente, non sono attribuibili a un anomalo funzionamento della pistola. Conclusioni peraltro contestate dal consulente di parte delle difese (rappresentate dagli avvocati Sandro Di Meo, Marco Maietta, Calogero Nobile, Enrico Pavia) secondo il quale non vi sarebbe compatibilità.
Il denunciante, sentito come testimone di reato collegato (il 18 febbraio è imputato per resistenza e lesioni nei confronti dei carabinieri), ha raccontato di essersi fermato con l'auto dopo aver ricevuto un messaggio e di essere ripartito facendo inversione.

Lì è iniziato l'inseguimento. Lui ha detto che gli sono stati sparati contro venti colpi e che voleva fermarsi quando ha visto il posto di blocco con un'altra auto dei carabinieri di traverso, ma di non averlo fatto perché impaurito alla vista della mitraglietta. Poco dopo l'inseguimento è finito con l'auto speronata, circostanza però negata dai carabinieri. Dopo essere stato fermato l'uomo ha denunciato di essere stato aggredito (la difesa ha fatto acquisire la foto segnaletica per smentire la circostanza) e che un carabiniere con l'ascia avrebbe danneggiato il paraurti della vettura per cancellare le prove degli spari. Una ricostruzione più volte contestata dalle difese.