Una lira per un "appuntamento "semplice". Oltre dieci per passare del tempo "con due signorine insieme". Venticinque centesimi per avere acqua di colonia, mentre acqua e asciugamano di tela "sono compresi". Sono alcune delle tariffe che, prima del 1958, era possibile trovare esposte nelle case chiuse. Quei "bordelli", per dirlo in modo più semplice, chiusi sessantuno anni fa con l'approvazione della legge Merlin. Ma la prostituzione, inutile dirlo, non è scomparsa. Soltanto che, in questo lungo lasso di tempo, così come allora, non sono mancate le discussioni sul tema.

Riaprire le case chiuse o non farlo? Permettere che il mestiere "più antico del mondo" possa diventare, a tutti gli effetti, una professione oppure no? Con il termine "a tutti gli effetti" si intende anche la possibilità di pagare, per i "sex workers", regolarmente, le tasse per il lavoro svolto.

Ma non si tratta soltanto di questo. Anche nell'ultima proposta di legge presentata, infatti, si pone l'accento su alcune questioni, oltre che su quella fiscale. Come quella di carattere sanitario (maggiori controlli e maggiore sicurezza). Un'idea che si pone l'obiettivo anche di dare un duro colpo alla criminalità e migliorare, al contempo, il decoro delle strade cittadine.

Già nella passata legislatura, dalla provincia di Frosinone, era stato fatto il tentativo di riaprire alla prostituzione legale, superando, di fatto, la legge Merlin. E l'impegno era stato portato avanti dalla senatrice del Partito Democratico Maria Spilabotte. Nel segno della lotta allo sfruttamento e sull'assunto che chiunque decida liberamente di prostituirsi in casa debba poterlo fare. Ma la legge del 1958, evidentemente, non è stata superata.

Ed ecco che il governo, seppur con nuovi protagonisti, ci riprova con un disegno di legge presentato, ancora una volta, da un parlamentare della Ciociaria. Si tratta del senatore Gianfranco Rufa della Lega, primo firmatario di un testo che ricalca quello presentato da Massimo Bitonci, sempre del Carroccio, alla Camera dei deputati il 5 aprile scorso.

Un testo, nello specifico, che prevede il via libera all'esercizio della prostituzione nelle abitazioni private. «Ho presentato il disegno di legge al Senato - ha sottolineato il senatore Gianfranco Rufa - Dando continuità a una "battaglia" che la Lega porta avanti da diverso tempo. Si tratta di un gesto di civiltà nei confronti delle prostitute che si trovano in strada. Così come per il decoro e l'immagine delle stesse strade». 

Il prossimo step, ora, è quello della discussione e poi, è l'auspicio dei proponenti, quello dell'approvazione della legge. Ci saranno i numeri necessari? L'unica cosa certa è che quello del "mestiere più antico del mondo" è un tema destinato a far discutere ancora. E la Ciociaria non fa eccezione.