Senza sosta il lavoro dei carabinieri forestali. I controlli proseguono, anche in "silenzio", di giorno e di notte, per contrastare uno dei drammi più grandi della Ciociaria: l'emergenza ambientale della Valle del Sacco. Un problema annoso e che negli ultimi mesi è tornato alla ribalta della cronaca per la presenza della schiuma nel fiume Sacco e nei suoi affluenti. Si attendono i risultati dei prelievi dell'Arpa. Esami anche complessi per capire quale tipo di sostanza sia stata riversata nel fiume e quale azienda la tratti o la produca, o se si tratti di una serie di eventi che provocano il fenomeno. E gli investigatori non faranno sconti a nessuno. Chi ha sbagliato dovrà assumersi le proprie responsabilità.
E le operazioni svolte nell'ambito dell'emergenza fiume Sacco sono state illustrate ieri mattina dal comandante Giuseppe Lopez dei carabinieri forestali del gruppo di Frosinone nel corso della conferenza stampa al comando Regione Carabinieri Forestale "Lazio" dove è stato presentato il bilancio dell'attività del 2018. Azioni orientate al controllo e all'affermazione della legalità, alla protezione della biodiversità in ogni sua forma ed espressione, alla percezione della qualità ambientale come fattore di sviluppo economico e comunitario. Nello specifico, per quanto riguarda la provincia di Frosinone e l'emergenza ambientale, il comandante Lopez ha sottolineato che «sono stati eseguiti controlli, anche notturni, presso aziende limitrofe al fiume e che trattano rifiuti, nell'ambito di un'attività d'indagine delegata dalla Procura di Frosinone per il reato di inquinamento ambientale. Inoltre sono state eseguite nove perquisizioni locali su delega con sequestro ed acquisizione di documentazione, ed eseguito un decreto d'ispezione a carico di un'azienda che tratta rifiuti, con successivo sequestro di una tubazione di scarico abusiva. Ci sono tuttora indagini in corso». Il comandante parla di un sistema che non funziona, dovuto alla mancanza di cultura del rispetto ambientale, ma anche di carenze nel tempo dal punto di vista amministrativo e operativo. «È il sistema ad inquinare,non un singolo».
Controlli continui
Come detto è alta l'attenzione dei carabinieri forestali, subito intervenuti anche sabato scorso a Ferentino, sulle sponde del torrente Alabro dove è riapparsa la schiuma bianca.
Intervenuto anche il personale dell'Arpa per ulteriori prelievi. Prelievi dai quali si attende di trovare risposte e soprattutto capire cosa accade nelle "nostre" acque". Potrebbe trattarsi anche di diversi episodi, una catena di situazioni che potrebbero provocare il fenomeno della schiuma. Gli impianti di depurazione a volte fanno fatica a funzionare ordinariamente, con le frequenti piogge che non reggono il carico e quindi si bypassa l'impianto, o le aziende, che dovrebbero smaltire i rifiuti e depurarli secondo le norme, per abbattere i costi, non depurano. Poi c'è anche il problema di alcune aziende in dismissione che hanno da smaltire ingenti quantitativi di sostanze liquide che contengono tensoattivi. Una serie di fenomeni che potrebbero comportare la grave situazione ambientale. Sviluppi ci potrebbero essere in tempi brevi, con i risultati delle analisi dell'Arpa. Si è in attesa nello specifico di 4-5 rapporti su diverse situazioni sotto la lente. Un fenomeno che, purtroppo, non è venuto fuori soltanto ora con la schiuma, ma il problema ambientale c'è da tempo. E come ha rimarcato il comandante Lopez in conferenza «Chi inquina prima o poi beve l'acqua che inquina, e quello che noi vediamo, appunto la schiuma, è un fenomeno appariscente, ma ci sono forse sostanze invisibili molto più dannose».