Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, potrebbe guidare la Procura della Repubblica di Frosinone. A far trapelare una simile ipotesi è lo stesso presidente, che ai media, parlando di fatto da dimissionario, ha definito l'esperienza alla guida dell'Anac come "un'esperienza ormai finita". E nel farlo, ha rimarcato l'esistenza di rapporti difficili con il governo. 

Una decisione, quella di abbandonare la guida dell'Anac, che sembra di quelle da cui non si torna indietro. A confermarlo anche altre sue parole: "Mi sono sentito sopportato - ha affermato - e siccome non sono un uomo per tutte le stagioni, ho meditato a lungo e poi ho capito che era arrivato il momento di tornare a fare il mio mestiere".

Il giudice napoletano ha presentato tre domande per tre uffici piccoli: Perugia, Torre Annunziata e, appunto, Frosinone. A far maturare la decisione del magistrato sarebbe stato, tra le altre cose, la modifica della normativa sugli appalti introdotta nella legge di Bilancio che non gli è mai piaciuta "perché - ha evidenziato senza mezzi termini - aumenta i rischi di corruzione e, anche quando non girano mazzette, cala la trasparenza".

Mai digerita la norma che alza a 150mila euro il tetto per l'affidamento degli appalti con procedura diretta, perché sotto quella soglia "non è richiesta neanche la certificazione antimafia e la gara non sarà pubblica d'ora in poi. C'è il rischio che imprese legate alla criminalità organizzata, al Nord come al Sud, ne approfittino".