Giochi erotici con la figlia di sette anni, indagato un trentaquattrenne, finito già nei guai circa un anno fa per violenze sulla, ormai, ex moglie. E proprio quando si stavano stabilendo le modalità e gli orari di visita del papà sll figlia, è venuta alla luce la storia di cui è accusato l'uomo.
La ricostruzione
Tutto, stando alle accuse, ha avuto inizio oltre un anno fa. Lei, 35 anni, ha lasciato il marito stanca delle vessazioni e violenze. L'uomo, 34 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati. Un incubo per la donna, pedinata e molestata dal padre di sua figlia. L'ha pedinata, le ha controllato il telefono e le chiesto insistentemente di avere rapporti sessuali anche dopo che la stessa lo aveva lasciato e denunciato. In un episodio l'avrebbe strattonata dicendole che poteva fare ciò che voleva, in cambio, però, avrebbe dovuto avere due rapporti sessuali al mese con lui. Ma lei ha rifiutato ed è stata afferrata al collo dall'uomo e sbattuta contro il muro. In quel caso era stata costretta a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine e venne anche portata in ospedale perle cure del caso. Per lei una prognosi di sei giorni.
Le molestie sulla figlia
Contestualmente al procedimento penale, nel corso dell'udienza per stabilire le modalità di visita al padre da parte della figlia nata dal rapporto tra i due, residenti nell'hinterland frusinate, sono emersi dei particolari agghiaccianti. La bambina, di sette anni, non voleva vedere il papà perché lui giocava con lei non come accade tra genitore e figlio. Si sarebbe trattato, invece, di giochi erotici. Per il trantaquattrenne, quindi, l'iscrizione nel registro degli indagati anche per molestie sessuali sulla figlia. Inizialmente si pensava ad una sorta di "vendetta" da parte della donna sull'ex marito per non permettere lui di vedere la bambina. Ma, stando alle accuse, a non voler vedere più il papà, era proprio la piccola che aveva confidato alla mamma cosa faceva con il padre quando restavano soli.
Episodi che apparivano incredibili e su cui il presidente del tribunale di Cassino ha voluto vederci subito chiaro. Ha nominato un consulente tecnico d'ufficio per una perizia psicologica sulla bambina al fine di verificare la credibilità del rapporto di cui parlava la piccola riferendosi all'uomo. Dai test e dal colloquio sarebbe emersa la capacità di rappresentazione integra e matura della bambina, della coerenza espositiva, nonostante la sua età, soprattutto nei particolari che, secondo i periti, forse non avrebbe potuto raccontare se non fossero stati vissuti direttamente.
La consulenza tecnica è stata richiesta dal tribunale, dunque, per verificare se quanto dichiarato dalla madre della piccola, fosse uno strumento in suo possesso per non mandare la minore dal padre che aveva avanzato la richiesta al tribunale per stabilire le modalità di visita della figlia. Il perito, nominato dal presidente, avrebbe decifrato anche le paure e le fobie della bambina nell'entrare in alcune stanze in cui aveva trascorso del tempo con il genitore. I fatti sulla minore risalirebbero a circa un anno e mezzo fa. L'uomo è stato, pertanto, iscritto nel registro degli indagati anche per molestie sulla figlia minorenne.