Cinque testimoni da ascoltare. Il processo per la morte di Gina Turriziani Colonna, vittima di un incidente stradale a Latina, si appresta a entrare nel vivo. Con la prossima udienza, prevista il 25 febbraio, tenuto conto che non c'è stata alcuna richiesta di rito alternativo (la procura ha ottenuto il giudizio immediato) e il patteggiamento, a 22 mesi, è stato respinto, si dovrebbe cominciare a sentire i primi testimoni chiamati a ricostruire quanto accaduto in quel terribile schianto costato la vita alla studentessa frusinate, prossima alla laurea in Medicina dopo averne conseguita una in Biologia. A meno che qualcuno non decida di riproporre la richiesta di patteggiamento, inizialmente ritenuta non congrua dall'ufficio del pubblico ministero.

Sotto processo sono i due conducenti coinvolti nello schianto a Borgo Grappa, all'incrocio tra via Zì Maria e via della Segheria, il 2 luglio 2017, Vincenzo Vartolo, 32, di Aprilia, difeso dagli avvocati Fernando e Luca Ciavardini, e Danilo Carlini, 31 anni, di Ceccano, difeso dagli avvocati Stefano Tiberia e Carlo Bonzano. La famiglia di Gina Turriziani Colonna si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Nicola Ottaviani. Quel giorno, secondo quanto emerso finora, Gina aveva accettato di vedersi con il suo ex ragazzo. Forse un chiarimento o ultimo saluto. Erano stati al mare e, infatti, avevano indosso ancora i costumi.

In quel momento stavano andando a pranzo con degli amici. Ma al ristorante i due non sono mai arrivati. Alla prossima udienza dunque, si comincerà ad ascoltare i primi cinque testimoni chiamati a ricostruire l'impatto tra i due mezzi. Ma sulla ricostruzione dell'incidente è stata fondamentale anche la scatola nera installata su una dei due mezzi coinvolti nello schianto tra l'Alfa Romeo Mito, la vettura con a bordo i due ciociari, e una Fiat 500 con i ragazzi di Aprilia.