«So soltanto che uno scarno comunicato che mi ha mandato il consolato attraverso i carabinieri dice che mio figlio è morto e che si prega di avvisare la famiglia». Il consigliere comunale Pierluigi Romano, padre del ventiseienne Michele trovato morto mercoledì mattina a Barcellona, non ha più lacrime per piangere il suo unico figlio né parole per descrivere l'atroce dolore che ha sconvolto lui, sua moglie e tutta la famiglia. Un dolore a cui si aggiunge l'angosciosa attesa, lunga più del previsto, per riavere la salma di Michele e per poterlo salutare con un ultimo abbraccio corale. Quello che tutta la città aspetta.

Ieri papà Pierluigi ha trovato la forza di ripetere ciò che va dicendo da quattro giorni, da quando è stato avvisato della tragedia avvenuta il giorno prima (il 29 gennaio) all'aeroporto El Prat, al telefono con l'inviato della troupe di Mediaset giunta a Isola del Liri per occuparsi della morte del giovane. Che resta ancora avvolta nel mistero. Gli inquirenti spagnoli indagano per ricostruire le sue ultime ore di vita prima del volo mortale dal tetto dell'aeroporto e si attende ancora che venga fissata la data dell'autopsia.

Il corpo di Michele è stato trovato intorno alle 6.30 di mercoledì scorso davanti al terminal uno dello scalo internazionale di Barcellona, dove il giovane isolano era arrivato il sabato precedente per lavorare come pizzaiolo. Aveva chiamato casa da un telefono fisso dell'aeroporto per dire che aveva perso il cellulare. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Non è chiaro dove sia stato in quei cinque giorni e perché si trovasse sul tetto dello scalo, da dove è precipitato per una ventina di metri.

L'esame dei filmati delle telecamere di sorveglianza potrebbe risultare molto utile alle indagini. Intanto i familiari attendono che il consolato italiano di Barcellona comunichi loro quando verrà riconsegnata la salma del giovane per poter partire.
E l'intera comunità isolana, scossa dalla tragica notizia, aspetta di potergli tributare l'ultimo saluto.