Richieste di denaro continue per assicurarsi le dosi. E quando non veniva immediatamente accontentato, erano minacce e botte da orbi. È finito in carcere con un'ordinanza di custodia cautelare in carcere un imprenditore di quarant'anni di Pontecorvo che avrebbe costretto la moglie a subire violenze indicibili pur di ottenere denaro per acquistare droga. Da 500 a 5.000 fino a 20.000 euro al giorno, come ricostruito dai carabinieri, le somme pretese dall'uomo, già noto per reati contro la persona, il patrimonio, le armi e gli stupefacenti.

Era così dipendente dalla droga che le sue reazioni violente ai "no" della moglie erano divenute «condotte reiterate e spregiudicate, consistenti in violenze psicologiche e fisiche per procurarsi il denaro per l'uso dello stupefacente» hanno spiegato i militari dell'Arma della Compagnia di Pontecorvo, agli ordini del capitano Tamara Nicolai. Sono stati proprio i carabinieri a mettere insieme i pezzi di quell'inferno: minacce di morte, insulti anche davanti agli altri, botte senza pietà. E poi sedie e oggetti lanciati contro la persona che aveva osato negargli il denaro. A volte, sempre secondo quanto verificato dall'Arma, la reazione era così forte da lasciare a stento alla malcapitata il tempo di chiedere aiuto: in alcune occasioni l'avrebbe persino afferrata per il collo.

Fino a che la donna avrebbe deciso di trasferirsi, insieme ai figli, dai genitori spezzando la catena. Accuse pesanti, quelle rivolte al quarantenne, che hanno disegnato un quadro tremendo. Il gip Montefusco, concordando appieno con le attività investigative dei carabinieri e con la ricostruzione avanzata, ha quindi emesso la notifica del provvedimento restrittivo, evidenziando la «forte pericolosità sociale dell'uomo». Il quarantenne è stato condotto al San Domenico di Cassino.