«Ha il gusto amaro della sconfitta, vedere attività storiche abbassare la serranda. È il segno, l'ennesimo, di una provincia che commercialmente è asfittica, in crisi, con pochissime prospettive di ripresa». È molto amara l'analisi della contingente congiuntura economica esternata da Confinprese e Unione Commercianti che invitano le amministrazioni locali a un confronto serio e costruttivo per cercare di trovare insieme una via d'uscita da un tunnel in fondo al quale ancora non si riesce a intravvedere la luce. «Certo il declino è storico -prosegue l'analisi- ma chi è abituato a guardare anche fuori della Ciociaria si potrà rendere conto che non ovunque è così. E se città come Cassino e Frosinone, solo per fare alcuni esempi, muoiono commercialmente, per loro il futuro è segnato».
Quali le ragioni? Le hanno analizzate,nel corso di una riunione congiunta, presieduta da Florindo Buffardi, i soci dell'Unione Commercianti e Confimprese. «Quello che emerge è uno spaccato a tinte fosche che fa capire come le Amministrazioni cittadine hanno fatto poco per rilanciare un settore in agonia. A distruggere gli esercenti -spiegano- sono le imposte, dirette e indirette e molte altre criticità. Si va dai parcheggi carissimi: una politica che scoraggia le isole pedonali e il raggiungimento dei centri storici; l'arredo urbano che non c'è, alla sporcizia che dilaga. Una pressione fiscale davvero insostenibile: tariffe alle stelle e trappole burocratiche che fanno venire voglia di gettare la spugna. Ad oggi , infatti, passi in avanti, nonostante qualche rassicurazione -proseguono- non sono stati compiuti».
Per Buffardi, la direzione esatta per dare un contributo significativo alla sviluppo economico, e a tutto il mondo imprenditoriale, sposando dunque una linea comune, è quella della diminuzione delle imposte locali, anche per gli impianti pubblicitari «dove regna la totale deregulation ormai da anni. Gli esercenti -chiosano- non sono vacche da mungere ma una risorsa. Garantiscono migliaia di posti di lavoro e ossigeno per le casse comunali. Il punto, però, è che una politica miope lo sta togliendo a loro».
Unione Commercianti e Confimprese, per colmare un vuoto decisionale, invitano le amministrazioni pubbliche a una serie di incontri affinché si studi una sorta di "piano di riequilibrio fiscale" che eviti il default commerciale della Ciociaria. È una sfida di grande interesse, che si gioca anche in termini di marketing territoriale e richiede forte sinergia con le istituzioni locali.