Anche per il 2018, l'Arpa certifica che la qualità dell'aria, nella zona della Valle del Sacco, è la peggiore del Lazio. «E questa circostanza non può non indurre a profonde riflessioni», dice il consigliere comunale e provinciale Danilo Magliocchetti.

Lo si evince chiaramente dal "Monitoraggio della qualità dell'aria Valutazione Preliminare Anno 2018", pubblicato dall'Agenzia sul proprio sito. «Nel rapporto - continua Magliocchetti - l'Arpa scrive che "Gli unici superamenti dei valori limite per il 2018 sono per il PM10 nella zona Valle del Sacco", con ben 340 superamenti totali di 50 µg/m3 su tutto il territorio della provincia di Frosinone. Sempre l'Arpa scrive che "Per ciò che attiene al PM10, la situazione peggiore si presenta nella zona Valle del Sacco. Nell'Agglomerato di Roma si registrano valori più elevati, sia per le medie annue che per il numero di superamenti del limite giornaliero di PM10, rispetto alle zone Appenninica e Litoranea, ma in nessuna delle tre zone si ha un superamento dei limiti normativi".

Come valore di riferimento è utile rilevare che, su tutto il territorio codificato come "agglomerato di Roma", quindi per estensione notevolmente superiore a quello della Valle del Sacco, e con un traffico veicolare infinitamente più grande, i superamenti di 50 µg/m3 per PM10 sono stati solo 137. Nella Valle del Sacco, quindi, si registra nel 2018 un numero totale di superamenti di quasi 3 volte rispetto a Roma.

Non va meglio in provincia di Frosinone per il biossido di azoto, laddove il rapporto evidenzia che "Le criticità rilevate per il biossido di azoto riguardano il valore medio annuale e sono maggiori nell'Agglomerato di Roma, ma presenti anche in zona Valle del Sacco". Stesso discorso per la presenza di ozono, infatti a pagina 13 del rapporto si rileva che "Il valore obiettivo per la salute umana, media dei superamenti della massima media mobile sulle 8 ore per gli anni 2016-2018 inferiore a 25, non è rispettato in due stazioni della rete di misura, "Allumiere", in zona litoranea, e "Fontechiari", in Valle del Sacco"».

«Ed anche nelle conclusioni - termina Magliocchetti - l'Arpa stabilisce che: "le criticità sul territorio regionale sono costituite dall'NO2 nell'Agglomerato di Roma e nella Valle del Sacco, dal PM10 nella Valle del Sacco e dall'O3 in Valle del Sacco e Zona Appenninica". Quindi la zona della Valle del Sacco nel 2018 ha evidenziato forti criticità per PM10, ozono e biossido di azoto. Da questi dati è di cristallina evidenza, da un lato, che il problema ambientale della Valle del Sacco e quindi della salubrità dell'aria e per la salute delle persone, è lontanissimo dall'essere stato affrontato e risolto».