Dipendente civile dell'aeroporto demansionato, arriva la condanna per il ministero dell'Interno. Il giudice del lavoro del tribunale di Frosinone, Massimo Lisi, ha condannato il ministero della Difesa a risarcire il dipendente di 80.000 euro di danno non patrimoniale. Il ricorrente, assistito dagli avvocati Italico Perlini, Gaetano Cappucci e Luisa Celani, denunciava di esser stato addetto al nucleo fotografico dell'aeroporto militare di Frosinone, dopodiché, un bel giorno, era stato distolto dal servizio. Il dipendente, però, non si era visto assegnare un nuovo incarico o un'altra funzione. Lui ha riferito che, per oltre un anno, in pratica è rimasto con le braccia conserte pur percependo regolarmente lo stipendio. Nonostante la richiesta avanzata di vedergli assegnare un nuovo incarico, è rimasto di fatto emarginato secondo quanto riportato nel suo ricorso. Lo stesso ha poi lamentato nel ricorso che tale situazione gli ha provocato anche dei danni alla salute.

Il dipendente a quel punto ha instaurato un contenzioso con l'aeroporto (e dunque con il ministero) che si è svolto davanti al giudice del lavoro del tribunale di Frosinone per vedersi riconosciuto il demansionamento subito nel corso degli anni del suo servizio. Ovviamente, contro tale pretesa si è costituito il ministero chiedendo il rigetto della domanda. All'esito del procedimento il giudice Lisi ha stabilito che il dipendente è stato illegittimamente demansionato dal luglio 2006 al luglio 2015.
Il magistrato ha anche dichiarato la responsabilità del ministero della Difesa in ordine alla malattia come reazione allo stress lavorativo.

Il dicastero è stato condannato così a risarcire il danno non patrimoniale subito per 80.000 euro, nonché il danno patrimoniale da perdita di retribuzione per il periodo di malattia per altri 4.241 euro nonché altri 1.524 euro per le spese sanitarie. Il dicastero è stato ulteriormente condannato al pagamento di 6.888 euro di spese processuali più quelle per la consulenza tecnica d'ufficio. In attesa delle motivazioni il ministero della Difesa dovrà valutare se proporre appello.