Marito in carcere per violenza sessuale e maltrattamenti, il tribunale del Riesame accoglie le istanze della difesa - rappresentata dagli avvocati Sarah Grieco e Simone Giammarco - e dispone gli arresti domiciliari per il trentenne di San Vittore del Lazio, con l'applicazione del braccialetto elettronico. L'uomo sconterà la pena da un parente, in un altro Comune del Cassinate, mentre la donna ha deciso di allontanarsi dalla provincia di Frosinone.

A far scattare l'arresto era stata la denuncia presentata dalla moglie: botte in continuazione ogni volta che l'uomo, come dichiarato dalla stessa vittima, tornava a casa. È servita una buona dose di coraggio, necessaria a far sì che l'uomo non potesse più farle del male, a spezzare la spirale di violenza e paura.

Gli agenti del Commissariato di Cassino, poi, hanno fatto scattare le manette ai polsi del camionista, chiamato a rispondere di maltrattamenti e violenza sessuale: ad eseguire la misura cautelare emessa dal gip Montefusco, su richiesta del sostituto procuratore Chiara D'Orefice, era stata la squadra di polizia giudiziaria.

L'indagine
Secondo gli elementi raccolti dalla polizia, le violenze e i maltrattamenti sarebbero andati avanti per anni come dimostrato dai numerosi referti medici dell'ospedale. Il trentenne avrebbe persino costretto la sua compagna a rapporti sessuali senza la sua volontà: episodi ripetuti nel tempo. Elementi, questi, che hanno sostanziato la misura dell'arresto in carcere per il giovane a cui è stato anche sequestrato in modo cautelativo un fucile. Nei giorni scorsi la misura dei domiciliari e l'applicazione del braccialetto elettronico