Cinzia Amicizia, madre coraggiosa che con il suo corpo ha protetto la figlia che era al suo fianco nell'auto buttata fuori strada da un rumeno ubriaco, è morta dopo quattro anni di coma. Ieri l'estremo saluto alla donna di quarantasei anni. I funerali si sono svolti nella Collegiata di Santa Maria Maggiore. Una folla silenziosa ha voluto rendere l'ultimo omaggio a Cinzia, il cui calvario si è interrotto l'altro ieri all'ospedale di Cassino, dove era stata trasferita dopo un lungo ricovero al Policlinico Umberto I di Roma.

Per quattro lunghi anni il marito, la figlia e tutti i suoi familiari hanno sperato che si riprendesse e che s'interrompesse quel lungo profondo sonno; purtroppo Cinzia non ce l'ha fatta, il suo cuore si è fermato sabato mattina. La donna era entrata in coma il  30 gennaio 2015 dopo il drammatico incidente. Viaggiava sulla Casilina, in direzione Nord, a bordo della sua utilitaria, una Matiz, con la figlia accanto, quando, intorno alle 19.30, al chilometro 107,5 era stata urtata da una Bmw guidata da un cittadino rumeno di ventisette anni, risultato poi in stato di ebbrezza.

L'urto aveva fatto uscire l'auto della donna fuori strada, contro un albero. Con il suo corpo, mamma Cinzia aveva cercato di proteggere la figlia che allora aveva cinque anni e che viaggiava in auto con lei. L'impatto con l'albero le aveva causato ferite gravi ed era entrata in coma. Ben poco hanno potuto fare per lei i sanitari del Policlinico Umberto I di Roma dove era trasportata d'urgenza dopo lo schianto e dove è rimasta a lungo prima di essere trasferita all'ospedale Santa Scolastica di Cassino, dove sabato scorso è deceduta.

La bambina, trasportata dopo l'incidente all'ospedale di Frosinone, fortunatamente riportò soltanto ferite lievi. L'uomo che era alla guida della Bmw, dopo lo schianto con l'auto condotta da Cinzia si era dato alla fuga senza prestare soccorso a mamma e figlia. Poche ore dopo era stato rintracciato e sottoposto all'alcol test, risultando positivo. Venne così arrestato con l'accusa di omissione di soccorso e poi sottoposto all'obbligo di firma. All'epoca la vicenda suscitò grande clamore non solo per quando accaduto, ma anche per il fatto che il ventisettenne, poche ore dopo l'arresto, era di nuovo libero. Ora però che il calvario di mamma Cinzia si è concluso, per lui l'accusa si farà più pesante.