Reliquie di San Tommaso d'Aquino in vendita su una nota piattaforma di aste online. Incredibile? Non come potrebbe sembrare, dato che il mercato di questi "pezzi" è sempre stato fiorente e non è stata prerogativa del solo Medioevo, un business (che tra l'altro la Chiesa disapprova) che oggi "viaggia" anche per canali moderni, meno tradizionali. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il primo reperto posto è un antico e raro reliquiario d'argento, risalente al 1700, chiuso sul fronte da un antico vetro soffiato: nell'i nterno, vi è la santa reliquia con la scritta in latino "S. Thomae da Aquino"; nel retro della teca un sigillo autentico di ecclesiastico vescovile che, sostiene il venditore, "Assicura l'integrità della reliquia". I fili serici che sigillano la teca sono intatti.

Il secondo reperto è un reliquiario del XIX secolo, con vetro anteriore e sigillo episcopale integri, mentre i fili serici sono rotti da un lato; all'interno una reliquia di prima classe del santo aquinate (sono così chiamate i resti sacri di santi, quali corpi interi, ossa, capelli, sangue, carne). I venditori sono due antiquari che lavorarono, non da oggi, con questo tipo di oggetti e che garantiscono sull'a u t e nticità delle reliquie poste in vendita.

E i costi? Per diventare un po' materiali, la prima reliquia vale 130 euro, mentre per la seconda ne bastano 60. Per avere elementi di rapporto: ci vogliono 90 euro per un minuscolo pezzo della tunica di San Francesco, 500 euro per un reliquiario con frammenti di osso di Santa Caterina, Santa Teresa e Santa Chiara, 700 euro per un reliquiario antico di "Santi vari". Non è la prima volta che su siti internet appare questo genere di annunci: solo pochi anni fa, vennero messe all'asta delle reliquie di San Sisto I, patrono di Alatri, acquistate da un anonimo collezionista di cose e oggetti alatrensi.