Una cartella esattoriale mai ricevuta, l'auto sottoposta a fermo amministrativo che non può essere venduta. Così un uomo di Alatri ha scoperto che alla base dei suoi guai c'era una firma falsa, apposta da chi quell'atto gliel'avrebbe dovuto consegnare. Il giudice monocratico del tribunale di Frosinone ha inflitto due anni e otto mesi a G.P., 54 anni, messo notificatore di Alatri. Quest'ultimo era finito nei guai dopo che il proprietario di una Bmw aveva deciso di sporgere denuncia. Quest'ultimo si è anche costituito parte civile affidandosi all'avvocato Angelo Testa. Il fatto risale all'ottobre del 2012.

La vittima di questa storia si trovava a Roma dove era in cura per dei problemi di salute. E dunque per lui è stato agevole dimostrare che la firma posta sull'atto non poteva essere la sua. Ma la scoperta era avvenuta solo a distanza di tempo. Ovvero quando l'uomo aveva deciso di disfarsi della sua auto, una Bmw. Aveva trovato un compratore e si era accordato sul prezzo. Tuttavia, l'agenzia di pratiche auto aveva rifiutato il passaggio di proprietà in quanto aveva scoperto che l'auto era sottoposta a fermo amministrativo.
«Impossibile», è stato il primo pensiero del venditore. Che così ha chiesto chiarimenti all'Agenzia delle entrate. È emerso che il fermo era conseguenza del mancato pagamento dei diritti di una sentenza civile. Un debito di circa 200 euro che l'uomo non aveva onorato proprio perché il messo notificatore secondo quanto emerso nel corso del processo non gli aveva mai consegnato la cartella, limitandosi ad apporre una firma, poi dimostatasi falsa. Tale firma, infatti, era stata disconosciuta dal contribuente che, in attesa dell'esito della controversia giudiziaria, ne ha ottenuto la sospensione. Tuttavia, ha perso l'affare non essendo più riuscito a vendere la vettura. Il messo notificatore è finito sotto processo per falso materiale e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, con l'aggravante di aver commesso il fatto su un atto facente fede fino a querela di falso.