Ieri mattina il clima sembrava come congelato, i genitori come tutti i giorni sono arrivati di buon'ora per lasciare i figli a scuola. I piccoli, con i loro zainetti variopinti e i grembiulini a quadrettini hanno salutato e sono entrati. Qualche attimo di tensione si è consumato quando alcuni genitori hanno gridato contro una parte del personale scolastico: «Qualcuno deve aver visto, non è possibile che nessuno sapeva niente». Rabbia sì, ma tanta preoccupazione sui volti delle mamme e dei papà presenti.

Dopo l'inizio delle lezioni alcuni genitori della "classe incriminata" si sono ritrovati a pochi metri dai cancelli per confrontarsi. Per capire insieme se nei loro piccoli ci fosse stato qualche segno anomalo, qualche pianto di troppo, qualche parola fuori posto. Increduli e attoniti, qualche bambino sembrerebbe aver mostrato atteggiamenti più aggressivi. Nel tardo pomeriggio di ieri i genitori hanno incontrato la dirigente per fare il punto e cercare di capire come affiancare una psicologa infantile ai piccoli.
I genitori ora vogliono solo vedere i filmati, vogliono vedere se i loro figli siano stati vessati, sfiorati, rimproverati. Vogliono sapere e il prima possibile per aiutare i loro bimbi, per proteggerli.

«Anche se mia figlia non è stata toccata -ha sottolineato una mamma- magari il solo fatto di aver assistito a un comportamento così grave può averla scossa o segnato la sua emotività».
Una violenza a 360 gradi, non solo fisica, ma anche emotiva e psicologica, meno tangibile e più profonda, questa è la più grande paura dei genitori. Al posto delle maestre sospese fin da giovedì mattina c'erano già due sostituti, una maestro e una maestra dell'istituto. I bambini non si sono accorti di nulla ed è proprio così che anche i genitori hanno deciso di agire, senza pressioni sui piccoli con domande e interrogatori: «Noi ci siamo comportati come tutti gli altri giorni, abbiamo comunque evitato di parlare di quanto accaduto davanti a mio figlio».

Il silenzio avvolge la piazzetta antistante la materna, il cantiere fermo, il freddo pungente e l'assenza di quel viavai che giovedì mattina ha destabilizzato tutti ha bloccato nel tempo la scuola.
Chiunque passi nei pressi dell'ingresso non può fare a meno di fermarsi e con lo sguardo si volta, nella ricerca morbosa di qualche scena anomala. Le insegnanti e il personale scolastico sono al lavoro ma con il cuore in pezzi. Per loro è ancora più difficile vivere una quotidianità serena con i bambini e avere quel pensiero costante e lacerante: "È mai possibile che proprio a qualche metro da me potesse accadere tutto questo?". Alcune rappresentanti d'istituto però rassicurano: «Ho avuto il mio primo figlio in questa scuola e ora c'è il secondo. Se avessi minimamente pensato che questa scuola non era una buona scuola non l'avrei scelta, l'anno scorso ha anche vinto un premio -ha detto mamma Corinne- intanto ci affidiamo alla magistratura che faccia le dovute indagini e ricostruisca quanto è accaduto. Ma posso dire con certezza che non si può generalizzare e mettere tutti nel calderone».
Mamma Elen aggiunge: «Io ho avuto il grande e ora c'è il piccolo, la scuola è sempre stata aperta, io in qualsiasi momento arrivo vedo le porte delle aule aperte. Chi ha commesso reati e chi ha colpe deve pagare, su questo non si transige. Ma non si può crocifiggere chi fa questo lavoro con passione e abnegazione».