Cenere e carbone nella calza dell'assessore Pace per la vicenda dell'addetta alla vigilanza sugli scuolabus Serena Cardinali, esplosa in campagna elettorale lo scorso maggio. La donna denunciò ai carabinieri di essere stata "invitata" a presentarsi nella lista a sostegno del candidato sindaco Natalia, quella di Pace "Anagni Domani", pena la mancata riassunzione o la perdita dell'impiego.

La condanna
Una brutta sorpresa per Simone Pace e Massimo Buccitti (candidato non eletto), entrambi condannati alla pena di 24 mesi commutata nel pagamento di ben 18.000 euro ciascuno. Il procedimento penale 2246/18, incardinato a seguito della denuncia che provocò un terremoto politico alla vigilia delle elezioni di primavera, non si è concluso con una pacca sulle spalle come i più ottimisti avevano previsto. Il pm Lara Robino, delegata dal giudice per le indagini preliminari Antonello Bracaglia Morante, dopo l'esame della documentazione in atti aveva proposto il decreto penale di condanna nei confronti degli indagati, interamente recepito.

La proposta di pena, riguardante gli articoli 110-56 (concorso) e 610 (violenza privata. Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni), ridotta e convertita in sanzione pecuniaria come per legge, potrebbe essere rivista o annullata a seguito di ricorsi o altro, ma resta un fatto grave, che potrebbe avere ripercussioni politiche già nell'immediato.

L'orizzonte politico
All'interno della stessa maggioranza che sostiene Daniele Natalia c'è chi ricorda con evidente sarcasmo che «il sindaco aveva dichiarato che in caso di condanna avrebbe ritirato le deleghe», una sorta di diktat. La legge comunque è chiara: nel caso di pagamento della sanzione comminata, la condanna è sospesa ed è da considerarsi estinta dopo il periodo previsto dalle norme.

Nessuna rivoluzione secondo il pensiero dei benpensanti. La politica, però, ha altre regole; soprattutto quelle riferibili al proverbiale "mors tua, vita mea". Pace è generalmente ben visto; lavora lontano dai riflettori e senza ostentazione. La vicenda che lo vede soccombere risultò ai più incredibile, al massimo come una buccia di banana inaspettata. Un incidente di percorso che, però, a volte può costare caro. E che non è escluso possa portare a colpi di scena. Chiaro che ora su questo terreno le minoranze annunciano battaglia e non è esclusa una richiesta di dimissioni.

La precisazione dell'avvocato difensore
Spett.le Redazione di Ciociaria Editoriale Oggi,
con riferimento all'articolo pubblicato in data odierna sulla versione cartacea del Vostro giornale dal titolo "Elezioni e ricatti, Pace condannato", in qualità di difensori di fiducia e di procuratori speciali di Simone Pace, nato ad Anagni (FR) il 09 luglio 1977, nonché di Massimo Buccitti, nato ad Anagni (FR) il 19 giugno 1971, Vi rappresentiamo che in data 28 dicembre 2018 è stato presentato atto di opposizione avverso il decreto penale di condanna in parola ai sensi dell'art. 461 c.p.p. nell'interesse dei suddetti soggetti, affinché i fatti - ritenuti infondati da questa difesa - siano oggetto di accertamento da parte dell'Autorità Giudiziaria.

Non risponde al vero, dunque, che il nostro Assistito sia stato condannato in via definitiva alla pena da Voi indicata. Attraverso il deposito di tale atto di opposizione, invero, gli scriventi difensori hanno richiesto ai sensi degli artt. 461, comma 3, e 464, comma 1, c.p.p. la revoca del predetto decreto penale di condanna e l'emissione del decreto di giudizio immediato a norma dell'art. 456, commi 1, 3 e 5 c.p.p.
Ogni fatto inerente la vicenda in questione, dunque, sarà oggetto di accertamento del processo penale che sarà celebrato dinanzi al Tribunale Ordinario di Frosinone nel pieno rispetto delle garanzie processuali e costituzionali previste.

Con la presente, pertanto, si chiede ai sensi e per gli effetti dell'art. 8 della Legge n. 47/1948 ("Legge Stampa") e ss. mm., la pubblicazione - entro e non oltre il termine di due giorni dal ricevimento della presente, nella medesima pagina che ha riportato la predetta pubblicazione
Avvocato Francesco Cristiani; Avvocato Francesco Arnone.