Un quartiere della città che è diventato terra di nessuno. La percezione d'insicurezza, ascoltando i residenti della zona Scalo di Frosinone, è chiara. Diverse le segnalazioni sopraggiunte e diversi i problemi alla ricerca di una soluzione.
Così per i residenti, come per i pendolari. Soprattutto nelle ore serali. Tra spaccio di droga e abbandono, tra gli altri, di rifiuti, di bottiglie di vetro. La zona è particolarmente frequentata da richiedenti asilo. L'attività di controllo delle forze dell'ordine è costante tra sequestri, identificazioni e provvedimenti.
Nell'ultima settimana di novembre, ad esempio, le operazioni di polizia avevano permesso di recuperare, nelle adiacenze dei giardini pubblici, cento grammi tra hashish e marijuana e, inoltre, erano state recuperate trenta dosi già confezionate e pronte per essere piazzate sul mercato della droga. Si era proceduto a carico di ignoti. E, ancora, il 29 novembre la polizia, con i cinofili, aveva, invece, recuperato sessanta dosi della stessa sostanza stupefacente oltre a cinquanta grammi pronti per essere venduti al dettaglio. Stesso luogo, definito mercato dello spaccio.
Il clima generale d'insicurezza ha prodotto risultati negativi e, sempre con minore frequenza, i residenti scelgono di passare qualche ora nei giardinetti. Dopo una serie di segnalazioni ricevute il Comune di Frosinone ha approvato una delibera di giunta (2 gennaio) riguardante proprio le aree gioco per bambini dei parchi e giardini comunali.
«Nel redigere le linee di indirizzo in materia - avevano sottolineato dall'ente di piazza VI Dicembre - la giunta ha anche tenuto conto delle numerose segnalazioni ed evidenze riscontrate da parte di cittadini, in merito alla frequentazione anomala o all'uso improprio delle aree deputate al gioco, e delle relative attrazioni, da parte di persone maggiorenni spesso di origine africana, senza minori al seguito che, solitamente, occupano le aree gioco, commettendo atti incivili o di disturbo.
La giunta Ottaviani ha stabilito, dunque, che i giochi, le attrezzature e le loro aree di pertinenza, generalmente gommate o comunque facilmente individuabili, situate all'interno di parchi e giardini comunali, siano riservate esclusivamente ai minori e alle persone maggiorenni che ne hanno la custodia.
In tal senso, pertanto, è vietato l'uso dei giochi e delle attrezzature, oltre all'accesso alle suddette aree strettamente pertinenziali, a tutte le persone maggiorenni che non siano accompagnatori dei minori che utilizzano tali spazi. Coloro i quali dovessero fruire di tali spazi in maniera non conforme, saranno sanzionati con un'ammenda amministrativa prevista dall'articolo 43 del vigente regolamento comunale del verde pubblico e privato, comminata dall'ufficio di Polizia Locale».
Per l'area giochi del Parco Matusa sono spuntati i cartelli di divieto per adulti senza minori (sempre relativamente all'area giochi). Cartelli che, invece, non sono ancora presenti nell'area giochi dei giardinetti della zona Scalo, nei pressi del quartiere Stazione.
Maggiore sicurezza e rafforzamento delle politiche di integrazione è quello che chiede il Laboratorio Scalo, comitato di sensibilizzazione civica fondato nel 2010 e presieduto da Anselmo Pizzutelli. Diverse, così come ci spiega lo stesso Pizzutelli, le segnalazioni di malcontento ricevute per la situazione.
«Il Comitato Laboratorio Scalo, già in passato, ha raccolto le preoccupazioni degli abitanti del quartiere - spiega - Così come quella dei pendolari che, soprattutto nelle ore più buie della giornata, avvertono un senso di insicurezza generale. Anche soltanto per recuperare la propria auto.
Abbiamo ricevuto segnalazioni riguardanti il fatto che, diversi genitori, hanno rinunciato a portare i propri figli ai giardinetti. Diventati terra di nessuno e in cui, la sera, si bivacca lasciando, spesso, bottiglie vuote e carta straccia. Rendendo, così, il posto davvero poco accogliente.
I residenti e i pendolari chiedono maggiore sicurezza. E noi del Comitato Laboratorio Scalo auspichiamo un'inversione di tendenza attraverso un'intensificazione dei controlli, il rispetto della delibera e una politica in grado di mettere in campo progetti, magari anche nella gestione degli stessi giardinetti, sul tema dell'integrazione perché, per pochi che sbagliano, purtroppo, la percezione dei più è quella che a comportarsi in maniera inadeguata siano in molti. Ma non è così».