Continua la bufera politica sulla pioggia milionaria di euro in arrivo, non si sa quando, per il nuovo ospedale di Sora. Le forze del governo nazionale giallo-verde e il centrosinistra regionale rivendicano il merito del finanziamento da 99 milioni di euro destinato al nuovo futuribile nosocomio antisismico. Il sindaco Roberto De Donatis ha già detto chiaramente la sua: quei soldi non bastano se non per costruire un ospedale più piccolo e con meno servizi rispetto a quello attuale. Perciò vuole vederci chiaro e, alla luce anche dei 17 milioni stanziati per l'adeguamento del Santissima Trinità, intende chiedere spiegazioni sia al ministero sia a Zingaretti.
Anche Rifondazione comunista interviene sul caso. Facendo un passo indietro: «Ricordiamo la vera storia del Santissima Trinità scrivono in una nota congiunta il segretario provinciale del Prc Paolo Ceccano e quello cittadino GiuseppeDi Pede-L'ospedale èin zona sismica classificata ad alto rischio. Solo i comunisti, già dagli anni ‘70, si opposero alla sciagurata progettazione in quanto sbagliata e pericolosa. Ma i democristiani preferirono speculare con sperpero di danaro pubblico». Intanto la vicenda dell'ospedale accende un'altra miccia in consiglio comunale e Natalino Coletta bacchetta Maria Paola D'Orazio.
«Il nuovo anno inizia con una buona notizia che, come leader di "Pensare democratico" a Sora, rafforza il mio convincimento che le battaglie per la difesa del nosocomio sorano e per il miglioramento della sanità locale, portate avanti negli anni sempre dalla stessa collocazione politica, hanno dato i frutti sperati premette Coletta Questo risultato è stato reso possibile grazie alla programmazione lungimirante della Regione Lazio a guida Zingaretti, che ha gettato le basi per immettere lerisorse individuate dal precedente Governo mediante l'Inail. Mi risulta però incomprensibile la strigliata estemporanea della consigliera D'orazio sul modus agendi dei deputati e senatori leghisti, in quanto lei all'epoca dei fatti militava in Forza Italia, partito che si opponeva al modello di sanità della Giunta Zingaretti».