Strade pericolose scambiate per un circuito automobilistico. La scarsa segnaletica e l'assenza di dissuasori mette in pericolo i residenti di via I Rotondi e via Foiano. A peggiorare la situazione, la scarsa visibilità in curva. I cittadini protestano ma c'è poco da fare: sono purtroppo tanti, forse troppi, gli automobilisti che sia di giorno che di notte sfrecciano sulle strade principali come se fossero in un autodromo. In assenza di controlli, viene quasi naturale soprattutto a bordo di auto di grossa cilindrata premere sull'acceleratore superando i limiti di velocità.Una moda, ormai, che mette a repentaglio l'incolumità di tanti residenti e automobilisti prudenti che quotidianamente attraversano la strada che dal Giglio conduce a Quadrozzi e sempre da viale Giglio porta a Foiano.

«Ho già segnalato il problema a chi di competenza – interviene il consigliere comunale di opposizione Vincenzo Iaboni Su via Foiano e via I Rotondi si viaggia a velocità sostenuta, mettendo in pericolo pedoni e residenti. Solo per uscire dal cancello di casa si impiega più del dovuto, dovendo fare attenzione alle auto che sopraggiungono». «Del resto prosegue in entrambi i tratti sono praticamente assenti dissuasori di velocità che almeno rallenterebbero la corsa. Il pericolo esiste da sempre e mai nessuno è intervenuto. È ora di fare qualcosa e di ascoltare, finalmente, le richieste dei tanti cittadini che abitano in quelle zone. Nemmeno un mese fa, mi sono recato di persona sul posto accompagnato dall'assessore ai lavori pubblici e dal comandante della municipale perché si rendessero conto direttamente del grave disagio».

«Tra l'altro e conclude proprio lungo la strada che porta a Quadrozzi sorgono numerose attività commerciali. I clienti hanno difficoltà ad uscire dai parcheggi dovendo fare attenzione all'arrivo improvviso di auto che sfreccia sulla strada principale.
Per rispetto dei cittadini, chiedo che vengano presi provvedimenti. Troppi gli incidenti, anche gravi, avvenuti fino ad oggi.
Cerchiamo per quanto possibile di evitare il peggio».