Frosinone registra il record minimo di sforamenti per le polveri sottili. Ma, per paradosso, la qualità dell'aria non migliora. Con i 74 microgrammi per metro cubo registrati dalla centralina di via Puccini il 31 dicembre, il 2018 si è chiuso con 82 giornate fuori legge per il pm10 (in sette giorni, peraltro, il valorenon è stato misurato). Si tratta di sette superamenti in più rispetto a Ceccano, che ha chiuso a 75. Quindi oltre le 35 giornate limite (dopodiché scatta l'obbligo di adottare provvedimenti di contenimento delle emissioni), c'è Cassino con 38. A seguire, Frosinone viale Mazzini con 29, Ferentino con 25, Alatri con 23, Anagni con 9 e Fontechiari, la migliore, con 1.
Se, nel 2016, per la prima volta lo Scalo aveva chiuso l'anno sotto i cento sforamenti, fermandosi a 85, quest'anno è andata ancora meglio con 82. Che sono anche undici sforamenti in meno rispetto a dodici mesi fa. In precedenza il valore minimo di 108 si era registrato nel 2010 e nel 2011. Al contrario il record negativo in assoluto è dato dai 140 sforamenti del 2006. Esclusi gli ultimi tre anni, in epoca recente i superamenti dello Scalo erano oscillati tra i 108 del 2010-2011 ai 120 del 2012, passando per i 115 del 2015, ultimo anno a tre cifre. Tuttavia, non è tutto ora ciò che luccica.
Quest'anno si è concluso con una media di 40 microgrammi per metro cubo, che è la soglia limite annuale da non superare. Un valore superiore ai 39 del 2017, anche se inferiore rispetto ai 43 del 2016 e ai 50 del 2015. Nonostante un meteo favorevole nell'ultima parte dell'anno e i provvedimenti di contenimento delle emissioni inquinanti la situazione generale non tende a migliorare.
Gli imputati numero uno restano i riscaldamenti e il traffico veicolare, come confermato da una recente pubblicazione dell'Ispra. Il dossier ha evidenziato come se per le auto l'impatto sul pm10 è diminuito (dal 41 al 27%), grazie allo svecchiamento del parco auto circolante, per i riscaldamenti è cresciuto dal 29 al 56%. Al 2015, secondo l'Ispra, il pm10 è diminuito da 119 a 86,5 tonnellate (-27%).
Dando uno sguardo ai mesi, dicembre con una media di 90 microgrammi per metro cubo è stato il peggiore del 2018. A seguire gennaio con 77 e novembre con 68.Sono stati cinque i mesi chiusi con una media superiore a 35. Undici le giornate oltre i 130 microgrammi per metro cubo. Le giornate peggiori sono state a fine anno, il 28 e 29 dicembre con 177 e 176 microgrammi per metro cubo.
Anche per il pm2,5 la situazione non migliora. La media annuale, in questo caso in viale Mazzini (la centralina Arpa di via Puccini non monitora il pm2,5), è cresciuta da 17 a 19 microgrammi per metro cubo per posizionarsi sugli stessi livelli del 2016 ma non, per fortuna, su quelli del 2015 (che erano 26).A Cassino, invece, si è registrata una diminuzione da 18 a 15.
L'altra centralina che sfora di più si conferma Ceccano che ha chiuso con 75 giornate oltre i limiti, anche in questo caso il dato migliore in assoluto a fronte degli 89 superamenti del biennio 2016-2017. Negli ultimi anni Ceccano ha anche oltrepassato quota 120 nel 2015 con 121 giornate fuori legge, attestandosi a 118 nel 2012 e a 110 nel 2011 e nel 2014. A livello annuale Ceccano si posiziona sui 36 microgrammi per metro cubo contro i 40 dell'anno passato, i 43 del 2016 e i 47 del 2015. L'altra centralina di Frosinone, posizionata sulla terrazza del polivalente di viale Mazzini, continua a differenziarsi rispetto allo Scalo.
Quest'anno si è chiuso con 29 superamenti, sette in più in confronto a dodici mesi fa. Negli ultimi anni, invece, la centralina aveva registrato tra i 36 superamenti del 2016 e i 59 del 2015, passando per i 57 del 2012 e i 53 del 2011. Il 2018 i numeri peggiori si sono avuti il 31 gennaio con 92 microgrammi per metro cubo e il 22 dicembre con 89. Il mese peggiore è stato dicembre con una media di 45 microgrammi per metro cubo contro i 41 di gennaio.