Debiti fuori bilancio: è passato il punto ma tra una "pioggia" di critiche dell'opposizione. A spiegare la natura e l'origine delle passività è stato l'assessore al patrimonio Massimiliano Fontana ("Alatri Unita"), che ha precisato la somma totale da pagare (di poco superiore ai 700mila euro) e specificando che si tratta di una cifra dovuta «A migliaia di fatture» inevase e relative a forniture di elettricità, gas, acqua erogate negli anni che vanno dal 2014 al 2017.
Postilla non secondaria: quasi 250mila euro sono dovuti agli interessi di mora applicati a seguito del mancato pagamento delle fatture entro i termini contrattuali. Antonello Iannarilli è andato subito all'attacco, parlando di «Conti in disordine» e di «Comune gestito a ruota libera». Iannarilli ha evidenziato una serie di atti dai quali si evincono cifre sempre differenti, chiedendo di attivare dei procedimenti «per capire di chi è la responsabilità di questo caos e chi ha prodotto questi debiti, dato che questi documenti andranno all'attenzione della Corte dei conti».
Anche Enrico Pavia ("Noi per Alatri") ha chiesto «la trasmissione degli atti alla Corte dei conti perché reputo ingiusto che gli errori degli amministratori li debbano pagare i cittadini. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. I cittadini hanno già dato senza peraltro avere neppure i servizi essenziali».
Sulla stessa lunghezza d'onda pure Tarcisio Tarquini ("Alatri in comune"), mentre Gianluca Borrelli ("Alleanza per Alatri") si è spinto a domandare le dimissioni della maggioranza. La replica è stata affidata a Tommasina Raponi (Pd): «Si tratta di un atto dovuto, altre azioni non sono di nostra competenza». Un'ultima nota riguarda Antonello Iannarilli e Maria Teresa Graziani, che hanno annunciato la costituzione di un nuovo gruppo consiliare denominato "Rialzati Alatri": è un passaggio politico importante, con l'(ormai) ex leader azzurro che lascia Fi dopo una militanza lunga ben 25 anni.