La qualità dell'aria migliora, ma Frosinone resta tra le città più inquinate d'Italia. Anche gli ultimi dati, quelli dell'Ispra con il XIV rapporto "Qualità dell'ambiente urbano edizione 2018",certifica una situazione critica. E non solo perle polveri sottili, ma anche per benzoapirene e radon. Considerando i dati del Pm10, aggiornati al 30 settembre, è Brescia la città più inquinata d'Italia con 60 giornate oltre il valore limite di 50 microgrammi per metro cubo. Subito dopo ci sono Torino (quattro stazioni di monitoraggio)con 49,l'agglomerato di Milano (che comprende 13 stazioni di monitoraggio tra il capoluogo, Como e Monza) con 43, Padova (tre stazioni) 41, Lodi (con due) 40. Frosinone, in questa classifica, sarebbe quinta, appaiata a Lodi, con 40 superamenti giornalieri allo Scalo alla data del 30 settembre. Solo che l'Ispra ha tenuto conto unicamente degli sforamenti di viale Mazzini, 15 a fine settembre.

Nonostante ciò, la centralina di viale Mazzini alla pari di Roma (13 stazioni) risulta ventinovesima in Italia. L'anno prima, invece, Frosinone aveva 93 sforamenti e una media annua di 39 microgrammi per metro cubo (appenaal di sotto del limite di 40). In questo caso Frosinone è tredicesima insieme a Brescia. Le peggiori sono Torino (46), Alessandria, Cremona e Padova (42). Per il pm2,5 Frosinone viale Mazzini è trentottesima in Italia per la media annua con 17 microgrammi per metro cubo.

La parte più interessante dello studio riguarda invece l'evoluzione del pm10 primario (quello che nasce da processi di combustione e dal traffico) tra il 2005 e il 2005. Si nota una riduzione del 27% dell'inquinamento, con Frosinone che rientra tra le trenta città dove la diminuzione è stata maggiore. Il pm10 primario risulta prodotto soprattutto dal riscaldamento con 48,5 tonnellate e dal trasporto su strada con 24 tonnellate. Nel primo caso si nota una crescita delle emissioni sia in valori assoluti che in termini percentuali dal 29 al 56%, per il trasporto c'è un decremento dal 41 al 27% e un leggero aumento in valori assoluti. Per l'industria emissioni in calo dall'11 al 10%, ovvero da 13,5 tonnellate a 9,2. Attualmente Frosinone Scalo è a 71 superamenti giornalieri. Al massimo a fine anno potranno essercene 83.

Rispetto ai superamenti  al 19 dicembre del  2017 e del 2018, a oggi si contano tredici e tre sforamenti in meno. Stessa situazione a Ceccano con 63 superamenti attuali a fronte dei 79 e 78 alla stessa data dell'anno scorso e del 2016. A preoccupare anche i dati sul radon. Spiega l'Ispra «il radon è un gas naturale radioattivo considerato essere la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di tabacco. Avendo origine principalmente dal suolo, può introdursi negli ambienti confinati (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro) raggiungendo in alcuni casi concentrazioni tali da rappresentare una fonte di rischio rilevante per la salute degli occupanti». L'Ispra evidenzia che «valori medi superiori a 100 becquerel al metro cubo sono stati registrati nelle campagne di misura condotte nelle abitazioni di Udine, Pordenone, Viterbo, Latina, Frosinone, Napoli, Lecce, Crotone, Lamezia Terme». Frosinone con 128 è terza in Italia dopo Viterbo a 145 e Crotone a 143.

Altro dato allarmante è quello sul benzopirene. Il valore obiettivo è stato superato in 11 aree urbane: «la gran parte dei superamenti si legge nel dossier dell'Ispra sono localizzati in aree urbane del Nord, cui si aggiungono Frosinone e Terni».