Il Governo adesso tenta la retromarcia sull'ecotassa, ma il provvedimento resta comunque penalizzante per lo stabilimento di Cassino. Perché se da un lato è vero che non dovrebbe esserci più nessuna tassa, resterebbero comunque gli incentivi per ibride ed elettriche, tecnologie non ancora avviate sui modelli Fca: a Cassino il suv maserati ibrido, e la variante ibrida di Giulia e Stelvio partiranno difatti non prima del 2020.

Di Maio prova comunque a rassicurare e ieri mattina ha spiegato: «Non ci sarà nessuna tassa sull'auto delle famiglie degli italiani né nuove né in uso. Sarà solo un ecobonus sulle auto elettriche, ibride e a metano, perché ci sono città ostaggio dell'inquinamento. Dobbiamo iniziare la rivoluzione della mobilità in Italia». E poi ha quindi aggiunto: «Stiamo incentivando fino a 6.000 euro le auto elettriche ma ci stiamo preparando a un piano di installazione di oltre 20.000 colonnine elettriche con EnelX».

Con il paradosso, dunque, che Cassino sarà piena di colonnine elettriche - come ha annunciato di recente l'ex assessore Paola Verde - ma senza ancora le produzioni. E con i clienti che sarebbero quindi spinti verso la concorrenza, penalizzando Fca: a Cassino è prevista cassa integrazione su Giulia e Stelvio mentre sulla linea di Giulietta si prevedono addirittura alcune settimane di fermo in più.

La politica alza la voce
Si fa quindi più concreta l'ipotesi di un consiglio comunale straordinario e urgente agli inizi del 2019, e intanto il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli prende carta e penna scrive ai parlamentari del territorio chiedendo di «fermare lo scempio dell'ecotassa e di salvaguardare i posti di lavoro».

Argomenta Ciacciarelli: «Ho scritto una lettera ai deputati Luca Frusone, Enrica Segneri, Ilaria Fontana, Francesca Gerardi e senatori Massimo Ruspandini e Gianfranco Rufa in merito alla delicata situazione dello stabilimento Fca di Cassino e del relativo indotto. Gli investimenti rischiano di essere vanificati irrimediabilmente da un provvedimento del Governo ma a Fca di Piedimonte San Germano è un patrimonio, non solo per la provincia di Frosinone e per il Lazio, ma per l'intero panorama industriale italiano, che tutti noi, ognuno per quanto di propria competenza, abbiamo il dovere di preservare».