Un consiglio comunale straordinario e urgente su Fca alla luce di quello che sta succedendo in questi giorni. A farsi promotore dell'iniziativa è stato il consigliere d'opposizione Massimiliano Mignanelli al termine dell'assise di mercoledì sera sulla mozione di sfiducia. «Chiedo al presidente Secondino di convocare quanto prima la conferenza dei capigruppo per fissare la data del Consiglio che dovrà celebrarsi alla presenza, oltre che dei consiglieri comunali, anche dei parlamentari di Lega e Movimento Cinque Stelle eletti in questo territorio.

Finora non si sono mai visti ma il loro compito è quello di farsi portavoce delle istanze del territorio che li ha eletti, perché sono parlamentari grazie ai voti ottenuti in questo territorio». Il presidente Dino Secondino non ha affatto sminuito ed è probabile che già prima di Natale venga riunita la capigruppo per fissare un Consiglio nei primi giorni del 2019.

Il terremoto
Il gruppo Fca, tramite una lettera inviata agli enti locali piemontesi da Pietro Gorlier, nuovo responsabile dell'area Emea, ha chiarito la sua posizione sul nuovo provvedimento "avvertendo" le forze politiche che il nuovo sistema potrebbe mettere in serio rischio il "Piano Italia" annunciato dallo stesso Gorlier e dall'amministratore delegato Manley a fine novembre. Il nuovo piano industriale di Fca per gli stabilimenti italiani - lo ricordiamo - prevede oltre 5 miliardi di investimenti nei siti di produzione del nostro Paese e l'arrivo di ben 13 nuovi modelli che andranno ad espandere la gamma del gruppo ed, in particolare, a rinnovare e potenziare l'offerta di Alfa Romeo, Maserati, Jeep e, in parte, di Fiat. Ma il nuovo sistema di bonus-malus legato al valore delle emissioni di CO2, unico parametro preso in considerazione, andrà a sfavorire notevolmente le vendite dei modelli con emissioni superiori ai 110 grammi al chilometro, e quindi anche Giulia, Giulietta e Stelvio prodotte nel sito pedemontano perchè la variante ibrida, assieme al Suv sempre ibrido della Maserati, arriveranno non prima del 2020-2021, mentre il Governo vorrebbe partire già da gennaio del 2019 se al Senato non si farà retromarcia sull'ecotassa.

L'indotto rischia il collasso
A pagare il prezzo maggiore, se l'ecotassa alla fine andrà in porto, più che gli operai della Fca saranno quelli delle fabbriche dell'indotto. Perchè la "fortuna nella sfortuna" del sito pedemontano è che può usufruire per un lungo periodo della cassa integrazione ordinaria e poi di quella straordinaria, mentre nell'indotto sono quasi esauriti gli ammortizzatori sociali.
Gli interinali rimasti nelle fabbriche non superano le 70 unità, e loro saranno i primi a pagare il prezzo più alto. Ma non sono esclusi licenziamenti. «Se l'ecotassa verrà introdotta sarà un danno che si andrà ad aggiungere ai tanti danni che già ci sono» ha detto Giangrande della Uilm. Preoccupato anche Mirko Marsella della Fim-Cisl: «Sono a rischio migliaia di posti di lavoro».

Tutti sulle barricate
Ma a salire sulle barricate non sono non solamente i sindacati, ma anche le forze politiche. Nel corso del consiglio comunale di mercoledì sera - quando da poche ore era trapelata la lettera di Gorlier dove spiegava che a causa delle misure prese dal Governo gli investimenti di Fca sono a rischio - il consigliere Antonio Valente ha bacchettato i due leghisti: «A causa di un emendamento alla manovra presentato dai Cinque Stelle, alleati di Governo assieme al vostro partito, il nostro territorio rischia di perdere investimenti e, quindi, posti di lavoro». Gli ha fatto eco Francesco Mosillo: «Nel 2019 ci sarà una cassa integrazione record e dovremo fare i conti con famiglie che vedranno ridursi le buste paga, la politica inizi a occuparsi di problemi seri».