L'ecotassa fa tremare Cassino ed ora il piano di investimenti annunciato dall'azienda rischia di saltare. Il bonus inserito dal Governo nella legge di bilancio per chi acquista auto elettriche rischia di penalizzare lo stabilimento di Piedimonte San Germano che partirà con l'ibrido solo nel 2020.

Un emendamento 5 Stelle alla manovra di bilancio prevede difatti incentivi dai 1.500 ai 6 mila euro per chi acquista - tra il 2019 e il 2021 - un auto nuova con emissioni tra zero e 90 grammi per chilometro di anidride carbonica: elettrica, ibrida o comunque poco inquinante. La norma però non si ferma qui. E introduce di fatto una nuova tassa da 150 a 3 mila euro per chi invece comprerà una nuova auto alimentata con carburanti più inquinanti: l'imposta sarà legata alle emissioni di CO2 del veicolo.

Saranno penalizzate principalmente le utilitarie, ma anche Giulietta, Giulia e Stelvio - ovvero i modelli oggi prodotti a Cassino - andrebbero in sofferenza in quanto le varianti ibride arriveranno non prima del 2020, o forse 2021. Ad essere penalizzato è l'intero gruppo, così poche ore fa Manley e Gorlier in una nota hanno spiegato: "Il piano industriale mira a fare evolvere gli impianti produttivi verso le nuove tecnologie, installando e aggiornando le piattaforme produttive. Questo piano, che tra l'altro prevede la produzione della futura Fiat 500 elettrica e il rinnovamento dei modelli Maserati Levante, Quattroruote e Ghibli a Mirafiori, riteniamo garantirà progressivamente il raggiungimento della piena occupazione.

Come senz'altro sapete, negli ultimi giorni lo scenario a tendere del settore è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell'auto in discussione all'interno della Legge di bilancio che a nostro avviso alterano l'intero quadro di azione, all'interno del quale il piano dell'Italia era stato delineato". Anche a Cassino è stato annunciata la produzione del Suv ibrido della Maserati, ma se il piano salta è a rischio la nuova produzione.

Immediata la levata di scudi dei sindacati. Uliano della Fim Cisl mette in guardia: "L'abbiamo denunciato dal primo momento in cui la Camera ha votato il provvedimento bonus/malus su auto. Quel provvedimento mette in pericolo il 90% della produzione Italiana con oltre 258.000 occupati e le 5.700 aziende, se passa il rischio licenziamenti e stop investimenti diventerà una drammatica realtà. Oggi con la lettera del Cco di Enea Pietro Gorlier è ufficiale che se il provvedimento passerà, Fca rivedrà i 5 miliardi d'investimenti del piano industriale 2018-2021 che ci ha presentato il 29 novembre a Mirafiori che avrebbe consentito la piena occupazione di oltre 56.000 lavoratori di Fca".

Gli fa eco Michele De Palma della Fiom: "Il Governo investa risorse nella transizione verso auto innovative ed ecologiche per garantire l'occupazione e non in ecotasse. In questa situazione, senza un cambiamento, rischiano di pagare il prezzo i lavoratori".
Sotto l'albero, quindi, la letterina che nessuno avrebbe voluto leggere