L'associazione "Gottifredo", in partnership con l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale e le associazioni "Acta", "Auser", Cai di Alatri, "Alatri Facciamo Centro", "Senza Trama", "Il campo", la Pro loco di Alatri, il consorzio di cooperative "Parsifal" e la "Pro calcio soccer school",è risultata vincitrice del bando intitolato "Comunità solidali", emesso dalla Regione Lazio qualche mese fa. Un successo che significherà poter dare una nuova vita all'ex ospedale di piazza Regina Margherita.

Un avviso con il quale si «vuole garantire alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale la possibilità di realizzare progetti utili per i cittadini più vulnerabili del Lazio - ha spiegato a suo tempo Alessandra Troncarelli, assessore alle politiche sociali, welfare ed enti locali. Lo scopo della Regione è lavorare per offrire risposte più puntuali alle esigenze della popolazione maggiormente fragile, valorizzando il terzo settore, visto il ruolo di sussidiarietà che svolge nell'ambito delle attività di utilità sociale e di interesse generale».

L'idea alatrense premiata riguarda un progetto di recupero dei beni pubblici abbandonati, con attività di progettazione partecipata di giovani architetti e urbanisti, animazione rivolta a (e con protagonisti) studenti e bambini delle scuole di Alatri perché si prendano cura e diventino i primi tutori del patrimonio della loro città.

E, parlando di beni abbandonati, il pensiero è andato subito all'ex ospedale di piazza Regina Margherita: dunque, il concorso riguarderà la migliore proposta per il recupero della struttura ormai chiusa da oltre trent'anni, mai riutilizzata nonostante gli innumerevoli propositi fatti in merito, suggerendo pertanto delle linee guida per la riproponibilità del modello avanzato. Il progetto costerà 50.000 euro: il finanziamento regionale ammonta a 40.000 euro, a cui andranno aggiunti altri 10.000 euro di cofinanziamento da parte dell'associazione "Gottifredo".

«Il nostro modello è la partecipazione, la creatività comunitaria, l'inclusione», hanno sottolineato i responsabili dell'associazione.L'augurio, e la speranza dell'intera città, è che, stavolta, emergano idee fattibili e praticabili che diano al vecchio nosocomio la possibilità di risorgere.