Un assegno da 600 euro al mese da versare entro il quinto giorno di ogni mese, oltre al 50% delle spese straordinarie per i due figli. È questo quanto resta del sentimento tra due coniugi: un provvedimento che di solito viene stretto tra le mani da chi vince, ma che rappresenta - comunque - una sconfitta dell'amore.

Questa volta a fare la differenza nella sentenza del giudice Sordi è il destinatario dell'assegno: i 600 euro mensili sarà lei, una professionista di Cassino, a darli a lui - un impiegato di banca - al quale, grazie alla difesa dell'avvocato Andrea Coletta, è spettato anche l'affido esclusivo dei figli. La crisi matrimoniale, poi la decisione non certo facile di arrivare al divorzio. E una sentenza - non l'unica - che rivoluziona il retaggio di un'Italia in cui l'uomo "deve" mandare avanti la famiglia, con un ribaltamento netto dei ruoli: non più la donna pronta a ricevere l'emolumento mensile, dopo la cessazione del rapporto matrimoniale.

Ma una vera applicazione di quella che costituzionalmente dovrebbe essere l'uguaglianza «morale e giuridica dei coniugi». Così, se come in questo caso la donna guadagna di più dell'uomo, la compensazione deve essere valutata in base non al ruolo sociale ricoperto, per consuetudine, dal "sesso forte" ma verificando chi si trova davvero in svantaggio. Secondo la legge, infatti, dopo l'intervento della riforma del diritto di famiglia, spetta al giudice «tenere conto della situazione patrimoniale di entrambi i coniugi assegnando il diritto al mantenimento alla parte più debole della coppia qualora ve ne sia bisogno».

Per quanto concerne l'affidamento dei figli, poi, le valutazioni del giudice Sordi si sono basate su ctu (da parte di psicoterapeuti e psicologi) che hanno sottolineato il buon lavoro educativo e genitoriale del papà, assistito dall'avvocato Coletta. Sebbene il cambio di passo stia disegnando un vero e proprio nuovo fenomeno che in Italia non è poi tanto residuale, nel Cassinate di sentenze in favore degli ex mariti ce ne sono ancora poche.

Dopo quella emessa lo scorso 26 novembre dal tribunale civile di Cassino, dobbiamo fare un salto e tornare al 2015 per ricordare la decisione del dottor Ghionni che stabilì non un assegno mensile, quanto a chi spettasse il tetto familiare, pronunciandosi in favore dell'ex marito. A uscire di casa, quella volta, fu un'imprenditrice del Cassinate.