L'azienda patricana "Tecno fusti sud", controllata sabato scorso dagli inquirenti, non può più scaricare reflui verso il depuratore Asi di Ceccano. Di fatto la sua attività è ferma.
«A seguito di specifica segnalazione documentata per gravi inadempimenti - comunica, infatti, l'Asi - il Consorzio ha provveduto alla conseguente e immediata revoca dell'autorizzazione all'uso dei servizi consortili». È il provvedimento richiesto dal gestore del depuratore "AeA", sollecitato dal sindaco Caligiore e ora scattato nei confronti dell'impianto tratta-rifiuti che è attivo in località Colle Lami e avrebbe sversato direttamente nel collettore fognario di via Anime Sante, bypassando il campionatore dell'impianto di Colle San Paolo.
Alla vista del noto tubo collegato alla condotta, segnalato da "AeA" e filmato da Caligiore, era partita l'operazione congiunta di Carabinieri forestali, Polizia provinciale, vigili urbani e Arpa. Dopo la revoca intervengono il primo cittadino nonché, chiamato in causa, l'amministratore delegato di "Tfs" Liberatore Cestra.
Dal sindaco
«Come avevamo chiesto all'Asi - dichiara Caligiore - nel rispetto del suo regolamento, l'autorizzazione allo scarico andava sospesa e non possiamo che essere soddisfatti. Va sottolineato ancora che lo stesso regolamento risale al 1994 e, in quanto datato, va aggiornato quanto prima. L'episodio, ovviamente, non risolve il problema ma dà sicuramente un altro segnale concreto sul cambio di direzione.
Oggi ci recheremo alla Regione portando con noi tutte le perplessità e le preoccupazioni che ci attanagliano da tempo. Andiamo avanti, manteniamo alta la guardia e continuiamo a macinare risultati. Il tempo è davvero scaduto, la misura è colma e i criminali di turno devono capire che è solo questione di tempo perché stiamo arrivando».
Dall'ad di "Tfs"
«Ricorreremo alle vie legali per chiarire la nostra posizione - annuncia - Contestiamo soprattutto le analisi, visto che non sono state campionate acque bensì fanghi. È giusto che venga penalizzato chi non rispetta le leggi, ma noi scarichiamo regolarmente in Asi e prendiamo le distanze da scarichi selvaggi e qualsiasi responsabilità rispetto alle note schiumate nel fiume.
In Italia, infatti, ce ne sono pochi di impianti come il nostro per il recupero dei rifiuti. Il Consorzio ha fatto il suo dovere, ma è chiaro che faremo ricorso per non cessare l'attività. Un'attività che, nel giro di undici anni, non ha fatto mai registrare rilievi dell'Asi se non in un paio di occasioni, quando ci sono stati contestati alcuni valori sulla nostra tabella ma, secondo noi, non rispettando la normativa vigente».