Ormai il paradosso è che nella Valle del Sacco, specie nella bersagliata città di Ceccano, la popolazione ringrazia le schiumate fluviali che hanno fatto scattare le indagini serrate di Carabinieri forestali e Polizia provinciale e i campionamenti dell'Arpa all'interno delle industrie territoriali. Stavolta la mobilitazione è generale. Era ora. Quanto è stato e sarà scoperto d'ora in poi finirà nel fascicolo aperto dal procuratore capo Giuseppe De Falco per disastro ambientale plurimo contro ignoti. La Procura, inoltre, ha chiamato la polizia provinciale e i vigili urbani ad assumere appieno le loro funzioni di polizia giudiziaria ambientale per contrastare con più incisività l'avvelenamento del Sacco, in cui non vengono scaricati solo tensioattivi.

La polizia provinciale, guidata dal comandante Pietro D'Aguanno, coordinerà le operazioni dei comandi della polizia locale di dodici comuni: Anagni, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Morolo, Paliano, Patrica, Sgurgola e Supino. «Con riferimento ai recenti e gravi fenomeni di inquinamento - spiega D'Aguanno - la Procura ha delegato gli uffici di Polizia municipale, nell'ambito dell'attività di polizia giudiziaria riferita al rispettivo comune, a svolgere attività di monitoraggio al fine di rintracciare le fonti di sversamento di liquami o di rifiuti in grado di determinare la compromissione o l'inquinamento del fiume.

Il procuratore De Falco ha anche avvertito la polizia municipale dei centri interessati di mettere immediatamente al corrente i suoi uffici qualora si ritenesse necessaria l'effettuazione di accertamenti interni a stabilimenti o altri siti». Per ora la lente d'ingrandimento è stata puntata su due aziende patricane. Prima su una a monte della più recente schiumata partita da Patrica e propagatasi fino alla confluenza tra Sacco e Liri, passando per Ceccano, Pofi, Castro, Pastena-Falvaterra, Ceprano, Isoletta d'Arce e San Giovanni Incarico. Da carabinieri forestali, polizia provinciale e Arpa, pronta a prelevare campioni, i relativi sopralluoghi nell'impianto. L'inquinamento della Valle del Sacco approderà alla Pisana.

Domattina alle 10 si terrà un'audizione del Comune di Ceccano, della Provincia di Frosinone e del Consorzio Asi in una riunione congiunta delle Commissioni regionali Ambiente e Rifiuti, guidate dai rispettivi presidenti M5s Novelli e Cacciatore. Sul caso è intervenuto ieri il presidente della Regione Nicola Zingaretti: «L'inquinamento del Sacco ha superato il livello di guardia ha detto Bisogna intervenire immediatamente e con la massima decisione. Auspico che la Procura e le autorità competenti individuino con celerità i responsabili dell'ennesimo presunto sversamento. Gli uffici della giunta regionale stanno convocando in questi giorni un tavolo con tutti gli attori istituzionali competenti per coordinare al meglio le iniziative da intraprendere». Intanto i consiglieri pentastellati Lombardi e Marcelli hanno chiesto un Consiglio straordinario da dedicare alla "Valle dei veleni".

Dall'audizione, sollecitata un mese fa dal consigliere FdI Righini, uscirà fuori intanto il quadro della città in cui sorge il depuratore inquisito per inquinamento e ancora in attesa del rilascio dell'Aia dagli uffici provinciali. Il tutto dopo che, dopo gli sversamenti nel fiume, il senatore FdI Ruspandini ha invocato il sequestro dello stesso depuratore. Ieri la Lega Lazio ha interrogato il governatore Zingaretti «per sapere cosa è stato fatto negli ultimi anni scrivono i consita-rifiuti e, a seguire, presso il depuratore Asi imbiancato in ingresso. Si aspettano anche e soprattutto i risultati delle analisi svolte nella seconda azienda ispezionata, attiva nel riciclo, che bypassando il campionatore del depuratore scaricava nel collettore ceccanese "Cirello" con un tubo.

Quello segnalato da "AeA", gestore del depuratore, e filmato dal sindaco Caligiore durante il blitz notturno del Nipaaf.
Resta stretto il riserbo degli inquirenti sull'inchiesta, che ora vede in campo anche i vigili urbani e la polizia provinciale.
Al presidente dell'Asi Francesco De Angelis, neocommissario del Consorzio industriale unico del Lazio, è stata intanto sollecitata la revoca dell'autorizzazione allo scarico dell'azienda col tubo. La pretende a gran voce il sindaco Caligiore e l'ha chiesta formalmente l'amministratore delegato di "AeA" Riccardo Bianchi.