Un importante passo avanti per rendere l'assistenza sanitaria più vicina ai cittadini e alle loro esigenze quotidiane. Specialmente per chi ha bisogno di cure, ma non di un ricovero in ospedale. In questa chiave, quella dello sviluppo della sanità territoriale, è stata inaugurata ieri mattina nel presidio sanitario di Isola del Liri l'Unità di degenza infermieristica, in sigla Udi.

Il nuovo servizio, voluto dalla Direzione strategica aziendale della Asl e realizzato con la fattiva collaborazione dei medici di famiglia, va ad affiancare e a implementare le prestazioni territoriali già previste nel Distretto sanitario C nello stesso plesso dove è ubicato l'hospice "Case delle farfalle", anch'esso di recente oggetto di potenziamento con un nuovo responsabile sanitario e l'ampliamento delle attività.
L'Unità di degenza infermieristica inaugurata ieri alla presenza di numerose autorità e operatori sanitari dispone di dieci posti letto, distribuiti due per stanza, ciascuna dotata di servizi.

«Un importante risultato per l'intero territorio - ha sottolineato il direttore del Distretto sanitario C Eleuterio D'Ambrosio - Ringrazio il commissario straordinario Luigi Marchitella, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l'assessore regionale Mauro Buschini che ci ha sostenuto. Qui è garantita un'assistenza sulle 24 ore, per sette giorni su sette, per i pazienti che escono dall'ospedale ma che ancora non possono tornare a casa».

Parole di soddisfazione sono state espresse anche dal sindaco di Isola del Liri Vincenzo Quadrini e dal consigliere regionale Mauro Buschini che ha raggiunto ieri la città delle cascate per l'inaugurazione. Il direttore dell'area professioni sanitarie dell'Asl di Frosinone Lorena Martini parlato di «una grande occasione per l'Asl, che si aggiunge alle tre degenze infermieristiche già presenti. È necessario dare ai pazienti dei nuovi modelli organizzativi in alternativa all'ospedale, come l'Udi, capace di prendere in carico il paziente a 360 gradi, oltre che per i bisogni primari anche per quelli socio-sanitari, grazie al personale specializzato che opererà nella struttura».

Insomma, una svolta per i pazienti dimissibili dall'ospedale, ma non adeguatamente assistibili a domicilio per la complessità clinico-assistenziale delle loro condizioni di salute.