Nella notte tra giovedì e ieri le acque fluviali di Ceccano, per la quarta volta nel giro di un mese, sono state imbiancate da una schiumata (arrivata anche a Castro dei Volsci) provocata, com'è ormai chiaro, da sostanze tensioattive. Intorno all'una il sindaco Caligiore, presente sulla passerella "Al donatore di sangue" con Polizia municipale e numerosi attivisti, ha allertato Carabinieri forestali, Polizia provinciale e sezione provinciale dell'Arpa, poi intervenuta per i campionamenti.
Da lì in poi sono scattate le indagini delle forze dell'ordine, che hanno monitorato vari ponti a monte, e i prelievi delle acque bianche da una condotta Asi nei pressi dell'impianto di sollevamento di Patrica, in località Tomacella.

A seguire, alla ricerca della potenziale fonte, i tecnici si sono diretti a Patrica verso la "Gabriele group", impianto di trattamento dei rifiuti, e hanno effettuato campionamenti nei suoi pozzetti di scarico. Infine le verifiche al depuratore Asi di Ceccano, anche nella mattinata di ieri per ulteriori accertamenti. Lì Forestale e vigili provinciali hanno constatato un'enorme quantità di schiuma nella parte iniziale del ciclo di trattamento dei reflui nonché in alcune vasche.

A tal proposito interviene Riccardo Bianchi, amministratore delegato di Aea, gestore dell'impianto di depurazione: «L'episodio può essere messo in relazione con quanto accaduto qualche giorno fa, quando sono stati scaricati direttamente nel fiume Sacco e non nel depuratore enormi quantità del materiale schiumogeno.
È un atto delinquenziale dal punto di vista ambientale. La differenza, per quanto ci è dato sapere e da verifiche della polizia giudiziaria,è che stavolta gli scarichi sono stati fatti sia nel fiume sia nel sistema fognario, arrivando ovviamente all'impianto. Le schiume sono state rinvenute solo all'ingresso dell'impianto, quindi è la dimostrazione che il depuratore non ha nulla a che fare con la schiumata di cui si parla». AeA, come previsto dalla legge, ha poi segnalato gli scarichi anomali a Provincia, Comune e Arpa. Da quest'ultima, nel tardo pomeriggio di ieri, anche la pubblicazione dei risultati preliminari delle analisi di alcuni campioni prelevati dopo la terza schiumata.

Quella che, dopo il grido di aiuto lanciato da Ceccano, ha visto il ministro dell'ambiente Sergio Costa inviare le pattuglie del Reparto ambientale marino di Gaeta e la città finire al centro dell'attenzione politica e mediatica nazionale. Dall 'AeA Antonio Cavallaro, direttore tecnico del depuratore, ha segnalato due scarichi anomali: uno alle 22.30 dell'altro ieri e l'altro alle 00.30 della notte seguente. «In tal senso -ha avvisato ieri- si evidenzia che alle 8.30 sul "Ponte Canale", nel quale provengono i reflui dalla stazione di sollevamento di Tomacella, sono state riscontrate tracce del passaggio di refluo con presenza di tensioattivi. Questa società, per il tramite del capo impianto, ha altresì provveduto ad adottare tutti gli accorgimenti finalizzati sia al monitoraggio che al miglior trattamento possibile degli scarichi anomali rilevati.
Si ritiene opportuno evidenziare il persistere e la frequente presenza di scarichi anomali in ingresso all'impianto, fenomeno che si protrae con tali caratteristiche di continuità da più tempo e che inficia la capacità dell'impianto di assicurare la qualità dello scarico finale».

Dal campionatore automatico, infine, sono stati isolati due campioni che «presentavano forte presenza di tensioattivi ha denunciato il capo impianto Amedeo Rota e verranno inviati in laboratorio esterno certificato per un'analisi più approfondita». Dall'Arpa «I risultati preliminari degli accertamenti analitici scrive l'Agenzia per la protezione ambientale hanno evidenziato in particolare la presenza di elevate concentrazioni di tensioattivi nelle acque campionate in data 24 novembre 2018 e in un campione prelevato in data 26 novembre 2018, che si ritiene possano aver determinato la formazione dell'enorme quantità di schiuma. Infatti, i campioni che non hanno evidenziato significativa presenza di tensioattivi non manifestavano la particolare presenza di schiuma nel campione stesso.

Visto che l'evento indagato verosimilmente può essere riconducibile a un massiccio sversamento di materiale in acque superficiali, a titolo puramente indicativo, i livelli di inquinamento riscontrati dalle analisi chimiche nelle acque campionate sul corso d'acqua sono stati confrontati con i valori limite. Per gli altri parametri investigati e di cui sono stati trasmessi gli esiti dal laboratorio chimico non si rilevano anomale presenze di inquinanti di origine antropica».