Sussidio ai poveri in cambio del voto, fondamentale la denuncia di Giancarlo Cinelli. Diverse in quel periodo le sollecitazioni in Comune, a Monte San Giovanni Campano, da parte di cittadini indigenti che non avevano ricevuto il contributo. Nel 2016 la prima segnalazione, seguita da una denuncia agli uffici della Procura della Repubblica di Frosinone.
Partendo dall'atto di querela, nel quale erano stati indicati i vari capi di accusa rivolti ad amministratori e impiegati comunali, gli inquirenti avevano aperto un fascicolo, come atto dovuto, e avviato le indagini. Numerosa la documentazione rinvenuta e sequestrata nell'ufficio Servizi sociali, centinaia i testimoni ascoltati. Sulla vicenda il primo cittadino si è sempre detto sereno, ribadendo la sua estraneità ai fatti.
«Quanto avevo immaginato all'inizio del 2016 – è il commento di Giancarlo Cinelli della Polizia penitenziaria di Frosinone - è stato poi accertato dalla Polizia Giudiziaria dopo due anni di serrate e certosine indagini. A loro il mio ringraziamento. Già prima delle elezioni comunali si vociferava di contributi che l'amministrazione comunale in carica elargiva senza alcuna istruttoria, in cambio del voto. Un po' tutti avevamo pensato alle solite chiacchiere di paese.
Ne ho invece avuto la conferma quando ho visionato le delibere comunali con cui si erogava denaro pubblico anche a chi non aveva necessità, negando lo stesso sostegno economico a chi invece ne aveva bisogno. La prova del nove il giorno dopo le elezioni, con la vittoria della lista in cui erano candidati il sindaco Veronesi e l'assessore Cimaomo.
A giugno, insospettito dagli eventi e a conoscenza dei fatti, aiutato da altri cittadini a raccogliere ogni fonte di prova utile, mi sono recato di persona alla Procura. Come appartenente alle Forze di Polizia e come cittadino sono pienamente soddisfatto da quanto è emerso in questi anni di indagini seguite dalla Digos di Frosinone. Attendo ora, fiducioso, la fine di una vicenda che ha segnato il nostro Comune. La giustizia farà il suo corso».
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Cirillo e Pierpaolo Dell'Anno che difendono il sindaco Veronesi e il responsabile dei Servizi sociali Paolo Nozori, Marco Moretta per Anna Abballe assistente sociale del Comune, Fernando Picchi legale dell'assessore Romanino Cimaomo, mentre l'avvocato Maria Luisa Ambroselli difende una delle querelanti.