Tragico volo dei coniugi Patriarca dal ponte sul Sacco: il pubblico ministero Barbara Trotta chiede l'archiviazione, ma gli avvocati dei familiari annunciano opposizione. Le avvocatesse Marta Polselli e Floriana Viselli, legali dei due figli della coppia che perse la vita finendo a bordo della Panda nelle acque del fiume il primo maggio scorso, reputano "del tutto infondata la richiesta del pubblico ministero", per cui si opporranno alla richiesta.
Il tragico episodio si verificò martedì primo maggio, intorno alle 12.30. Umberto Patriarca, settantacinquenne e la moglie Anna Minchella, di 68 anni, entrambi di Ceprano, percorrevano la provinciale Falvaterra-Ceprano quando, giunti in prossimità del ponte sul Sacco, urtarono con la Panda su cui viaggiavano il parapetto, sfondandolo e finendo nel fiume, inghiottiti dalle acque. L'auto finì proprio contro un tratto di balaustra che era stato risistemato e che non riuscì a frenare la tragica caduta del mezzo nel corso d'acqua e il conseguente epilogo. Dopo l'incidente fu effettuata l'autopsia sui corpi dei coniugi, seguirono sopralluoghi, relazioni, perizie e la ricostruzione da parte dell'ingegnere Mauro Cocco incaricato dal pm Trotta di studiare i dettagli tecnici a livello di dinamica, calcoli, misurazioni di distanze, velocità e angolazioni per tracciare un quadro completo dello scenario in cui si era consumata la tragedia.
Acquisiti gli atti, il Pm ha proposto l'archiviazione del caso, cui si opporranno i familiari tramite i loro legali. A non convincere sono tanti dettagli, forse anche il fatto che proprio dopo l'incidente su quel tratto del ponte fu effettuato un intervento di messa in sicurezza. E allora se quel ponte era davvero così sicuro perché intervenire? Inoltre per quale ragione i coniugi sarebbero finiti con l'auto contro il parapetto? Un malore o cos'altro? Una così tragica morte non può rimanere senza spiegazioni.
E se la protezione della balaustra in quel tratto fosse stata integra avrebbe retto l'urto ed evitato che la Panda finisse nel fiume?
Tanti gli interrogativi e tanti i dettagli anomali come il fatto che la coppia possa aver deliberatamente deviato la traiettoria per finire giù nel fiume, ipotesi pure prospettata a poche ore dall'incidente, assurda per chi conosceva Umberto e la moglie Anna, una coppia felice, amata da conoscenti e parenti che quel maledetto primo maggio tornava a casa dopo aver partecipato alla processione della Madonna della Guardia. La questione del ponte maledetto resta ancora aperta.