Contributi agli indigenti, il 20 febbraio l'udienza preliminare. Confermate le accuse per sei degli otto indagati. Peculato e voto di scambio i reati contestati dal pubblico ministero Barbara Trotta.
Insieme al sindaco Angelo Veronesi dovranno comparire davanti al Giudice l'assessore Romanino Cimaomo, il responsabile dei servizi sociali Paolo Nozori e l'assistente sociale del Comune Anna Abballe. In quella sede il magistrato sarà chiamato a decidere per il proscioglimento o il rinvio a giudizio degli indagati. È stata stralciata la posizione di Claudio Paolucci, all'epoca dei fatti consigliere comunale di maggioranza, e di Sandrina Cinelli operatore socioassistenziale dipendente dell'ufficio servizi sociali.

La storia risale al 2016, in piena campagna elettorale per le consultazioni amministrative di giugno.
Nell'atto disposto dal procuratore Trotta sono stati confermati i capi di imputazione per il sindaco, per l'assessore Cimaomo, e per i due dipendenti comunali i quali «in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed anche in tempi diversi, avendo per ragioni di ufficio o servizio la disponibilità dei fondi stanziati per l'erogazione di sussidi ai cittadini indigenti se ne appropriavano erogandoli o facendoli erogare ad una serie di cittadini selezionati al di fuori delle procedure previste dal regolamento dei Servizi sociali». Il tutto, in assenza di un avviso pubblico che regolamentasse i requisiti per l'accesso ai contributi, sulla base di richieste non corredate da alcuna documentazione (relazione dell'assistente sociale e dichiarazione Isee) e in assenza di un'istruttoria sulla sussistenza dei requisiti e conseguente graduatoria.

In pratica sindaco, assessore e dipendenti si sarebbero limitati a raccogliere le domande, compilandole al posto dei cittadini, per poi disporre mediante determina il pagamento delle somme (da 250 a 800 euro).
In totale 118 le pratiche evase. Confermati i capi di accusa per il sindaco e l'assessore che «con più azioni consecutive di un medesimo disegno criminosi e in tempi diversi, per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale offrivano, promettevano e facevano ottenere agli elettori l'erogazione di sussidi al di fuori del rispetto della procedura». Due gli elettori indagati per corruzione,uno beccato a fotografare la scheda poi annullata.